Punizione Divina by Paola Chiozza

Punizione Divina by Paola Chiozza

autore:Paola Chiozza [Chiozza, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781980290636
Google: c-a3swEACAAJ
editore: Independently published
pubblicato: 2018-02-24T09:42:28+00:00


Sono tutto bagnato

«Le mie borsette! Le mie bellissime borsette non ci sono più! E tutte quelle scarpe… le mie adorate Louboutin! Che cosa ho fatto?»

Forse i miei singhiozzi erano udibili anche dal centro di ritrovo per sordomuti di Whitefish, ma non me ne importava un fico secco. Mi ero svegliata con il sorriso cucito in faccia, avevo fatto colazione con una fetta di torta alle carote cucinata da Rachel, mi ero infilata sotto la doccia e, una volta sistemati i capelli, avevo pensato bene di aprire l'armadio per decidere quali vestiti indossare.

In quel momento avevo fatto la terribile scoperta. La sera precedente mi ero recata al banco dei pegni per vendere scarpe e borsette. Avevo riscosso seimila dollari, che avevo donato alla famiglia Sullivan per pagare un po' di debiti. Il mio armadio adesso sembrava quello di una qualsiasi ragazza di periferia.

«Hai fatto una cosa bellissima» sbottò Sonia dall'altro capo del telefono. «Vuoi sentirti dire tutta la verità? Non me lo sarei mai aspettato da te.»

«Ci sono dei buchi vuoti nella scarpiera. Sembra una fetta di formaggio Emmentaler! Come potrò sopravvivere?»

«Judy, non è così grave.»

Ero così disperata che rischiai di strozzarmi con i biscotti al burro. Ne infilai in bocca un paio e li masticai tra i singulti. Di riscattare gli oggetti venduti non se ne parlava, non potevo chiedere a papà un altro bonifico bancario. La sera precedente ero stata più che convinta del mio gesto, ma la notte aveva portato dubbi e rimpianti. Avevo fatto bene a privarmi dei miei beni di lusso per la famiglia Sullivan?

Sonia tentò di consolarmi. «Se ti stai chiedendo se hai fatto bene a privati dei tuoi beni di lusso per la famiglia Sullivan, la risposta è sì.»

«Adesso mi leggi anche nel pensiero?»

«Certo, sono la tua migliore amica.»

Buttai il pacchetto di biscotti nella pattumiera e riempii un bicchiere con l'acqua del rubinetto. Probabilmente avrei preso un virus intestinale, ma non me ne importava niente. Tanto valeva morire.

«Ricordi la borsetta firmata Emilio Pucci? Fra tre mesi verrà svenduta a questi campagnoli. Emilio Pucci, perdonami!»

«Non può perdonarti, è morto.»

«Allora si tratta di vilipendio.»

Sonia sbuffò spazientita. Strano, perché il suo livello di sopportazione era piuttosto alto. «Stai facendo una tragedia e ti stai ingozzando di cibo spazzatura. Cerca di rinsavire, ti scongiuro. Hai reso Emmy la ragazzina più felice del mondo e hai contribuito a salvare il ranch dal fallimento assicurato. Credo che questo valga più di qualsiasi capo d'abbigliamento.»

«Lo so, hai ragione. Dovrei essere felice.»

«In fondo so che lo sei, Judy. Altrimenti non avresti venduto tutto per i Sullivan. Hai solo paura di ammetterlo perché sei ancorata alle tue stupide convinzioni.»

I dubbi che mi avevano assalita durante la mattinata svanirono a poco a poco nel nulla. Chiusi l'armadio e, mentre la mia migliore amica mi raccontava le ultime novità su Milano, iniziai a raccogliere i vestiti puliti dalla lavatrice. Dietro il Main Lodge c'era un capanno che fungeva da lavanderia ed era lì che stendevo i panni per farli asciugare.

Restai a sentire Sonia che parlava della sua relazione con Roberto.



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