Quello che non sai by Susy Galluzzo

Quello che non sai by Susy Galluzzo

autore:Susy Galluzzo [Galluzzo, Susy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2021-03-11T23:00:00+00:00


Quando Ilaria è tornata a casa era un’autentica furia. Ho sentito sbattere la porta d’ingresso e urlare «Mamma!» con tono rabbioso. Mi ha trovato in cucina, mi stavo preparando un tè.

Duccio le è andato incontro, povero ingenuo. Ma lei lo ha spaventato con un «Vattene!» e lo ha respinto bruscamente con la gamba. Era frastornato, poverino.

«Ilaria, ma che fai?».

Non la sopporto quando tratta male Duccio.

«A te interessa solo di questo cane, vero, mamma?».

Era fuori di sé, sembrava volesse farmi a pezzi.

«Mi dai il mio cellulare?».

«Ilaria, datti una calmata».

Curioso, avevo usato la stessa espressione di Aurelio.

«Ti sbrighi?».

I suoi occhi avevano cambiato di nuovo colore, erano scurissimi.

«Ilaria, abbassa la voce. Ti stai ascoltando?».

Avevo lasciato un bicchiere sul tavolo, era proprio nell’angolo vicino a lei. Ancora pieno d’acqua.

Sapevo che l’avrebbe fatto dal momento in cui aveva messo piede nella stanza.

Lo ha impugnato e scagliato a terra con violenza. Lontano da me e Duccio, per fortuna.

Acqua e pezzi di vetro si sono disseminati sul pavimento. Mi sono coperta il viso, istintivamente.

«ILARIA!».

Duccio ha abbaiato, spaventato anche lui. Poi siamo rimasti così, come in un fermo immagine: Ilaria a testa bassa, Duccio che fissava quella scena pietosa, io appoggiata al frigo, paralizzata.

Ha rotto lei il silenzio, con i suoi singhiozzi. Si è buttata sulla sedia e si è messa a piangere. Ho un particolare potere, oggi, si vede.

«Scusa, scusa, scusa. È che ho il compito di Greco domani e la preparazione per il torneo è molto impegnativa, sono molto sotto pressione».

In tutti i suoi “scusa” non mi ha guardato una volta negli occhi.

Ti confesso che ho pensato e penso ancora che fosse una messa in scena. Creata ad hoc per uscire dal grosso guaio in cui si era cacciata con il suo atto di violenza. Grace si è affacciata ma le ho fatto cenno di allontanarsi. Mi è sembrata molto più remissiva rispetto a stamattina.

«Scusami, mamma, l’ho fatto senza pensare, non volevo far male a nessuno».

Certo, sapeva che per punirla non le avrei mai restituito il cellulare e in quel momento il suo obiettivo era solo leggere i messaggi di Lorenzo.

Non le importava come, anche se ciò avrebbe comportato ripetere mille volte scusa alla persona che meno sopporta in questo periodo, lei era focalizzata su Lorenzo.

Povero Duccio, le si è anche avvicinato per leccarla, nonostante i disastri che aveva combinato.

Ma anche io avevo un obiettivo, ed era per giunta più importante del rimetterla a posto dopo ciò che aveva fatto.

Mi sono seduta vicino a lei e, con il tono più calmo di cui ero capace, le ho chiesto: «Ti restituisco subito il cellulare, ma dimmi prima una cosa. Chi è Lorenzo?».

È diventata rossissima in faccia. E gli occhi le si sono illuminati, tradendola.

«Lorenzo? Perché?».

«Ti sono arrivati un sacco di messaggi, stamattina, ho preso il tuo cellulare in mano e ho visto che erano tutti di Lorenzo. Mi dici chi è? È per lui che ti sei agitata così tanto?».

Era la prova del nove. Mia figlia aveva l’occasione di aprirsi di nuovo con me e io stavo cercando di farmi vedere ben disposta.



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