Questa vita. Conoscerla, nutrirla, proteggerla by Vito Mancuso

Questa vita. Conoscerla, nutrirla, proteggerla by Vito Mancuso

autore:Vito Mancuso [Mancuso, Vito]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Philosophy, Ethics & Moral Philosophy
ISBN: 9788811671510
editore: Garzanti Libri
pubblicato: 2016-11-14T23:00:00+00:00


16. Nutrire la psiche

Da dove assume la nostra psiche l’energia di cui ha bisogno per vivere e che produce buonumore e benessere e, nella sua pienezza, allegria e felicità? La dimensione fisica gioca un’importanza non trascurabile perché lo stomaco pieno e il corpo sano sono senza dubbio rilevanti per il benessere psichico. Tuttavia a volte può accadere che ogni cosa sia in ordine a livello fisico ma l’umore non sia buono, oppure, viceversa, i disagi fisici non impediscono di provare un senso di viva allegria per l’essere al mondo. Contro ogni impostazione spiritualista va detto che la relazione tra fisicità e psichicità è reale, ma, contro ogni impostazione materialista, va detto altresì che essa non è tale da sopprimere la specificità della dimensione psichica riducendola a una semplice risultanza della dimensione fisica. Il che significa che la psiche, per quanto il nutrimento del corpo sia rilevante anche per essa, necessita di un suo nutrimento specifico.

Le sostanze nutritive della vita psichica, paragonabili a ciò che per il corpo sono le proteine, i carboidrati e i grassi, io penso siano le emozioni. La psiche si nutre principalmente di emozioni, di cui i sentimenti e le passioni sono modalità particolarmente intense e durature, sono per così dire emozioni permanenti e in qualche modo stabilizzate.

Emozione e vita sono strettamente connesse, rimandano entrambe al movimento. La vita è movimento, e anche l’emozione è movimento. L’attesta già l’etimologia, visto che il termine emozione viene dal verbo latino emovere che significa «smuovere», «scuotere dal basso verso l’alto», un po’ come si fa con un succo di frutta prima di aprirlo. Quando si prova emozione, si viene mossi interiormente, l’interiorità non è più ferma, è come il mare che da calmo diventa agitato, mosso, burrascoso, tempestoso. Qualcuno pensa che il mare della psiche meno sia mosso meglio è: ricordo per esempio nella mia formazione presso il Seminario di Milano che il rettore del biennio filosofico usava l’aggettivo emotivo sempre con una connotazione negativa, all’insegna di una concezione antropologica pessimista secondo cui l’essere umano è destinato alla corruzione se lasciato alla sola vita naturale, sicché il compito della spiritualità consisterebbe nello sviluppo di una possente sorveglianza su di sé e sulle proprie emozioni-passioni. Le cose però non stanno del tutto così. Per la navigazione a vela l’assenza di vento significa bonaccia, chiamata dai latini malacia (malacia maris) e usata in senso figurato per dire «languore, apatia, assenza di energia vitale». Il mare della vita psichica non può essere privo di movimento emotivo, deve piuttosto trovare il giusto equilibrio tra tempesta e bonaccia: emozionarsi infatti significa entrare in contatto con la vita e vivere significa provare emozioni. Emozione e vita sono strettamente legate e ciò che le lega è la realtà fisica del movimento e dell’instabilità, e non a caso la morte è definibile come «equilibrio termodinamico»,13 come assenza di moto e cessazione del calore; volendo giocare con le parole, la morte in quanto assenza di moto potrebbe essere detta a-mozione, il contrario di e-mozione.

La fonte principale di emozioni sono le relazioni umane.



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