Quo Vadis: A Narrative of the Time of Nero by Henryk Sienkiewicz

Quo Vadis: A Narrative of the Time of Nero by Henryk Sienkiewicz

autore:Henryk Sienkiewicz [Sienkiewicz, Henryk]
La lingua: eng
Format: azw3
Tags: Historical, Fiction
ISBN: 9781502230508
editore: Jester House Publishing
pubblicato: 2016-04-16T19:08:27+00:00


– Ordina a Ursus di andare a casa di Aulo a prendere le cose tue e i balocchi della tua fanciullezza.

Ella arrossendo come una rosa o come l’alba, rispose:

– Il costume ordina altrimenti.

– Lo so. Di solito li porta la pronuba 2 dietro la fidanzata, ma fallo per me. Io li porterò ad Anzio e mi ricorderanno di te.

Congiunse le mani e supplicò come un fanciullo che domanda qualche cosa: 2 La signora che accompagna la fidanzata e le spiega i doveri di moglie.

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Quo vadis?

Henryk Sienkiewicz

– Sarà qualche giorno prima che ritorni Pomponia; via, ti prego, divina, fallo per me, mia carissima.

– Ma Pomponia farà quello che le piace, rispose Licia arrossendo ancora di più al ricordo della pronuba.

Ridivennero silenziosi, perchè l’amore toglieva loro il respiro. Licia stava colle spalle al cipresso, col viso che biancheggiava nell’ombra come un fiore, cogli occhî chini, col seno che le si sollevava affannosamente. Vinicio scolorò e impallidì. Nel silenzio del pomeriggio essi non sentivano che le pulsazioni dei loro cuori, e nella loro estasi il cipresso, le siepi di mirto, e l’edera della casetta divennero per loro un paradiso d’amore.

Comparve Miriam ad invitarli al pasto del dopopranzo. Presero posto tra gli Apostoli, i quali guardavano a loro con delizia, come alla nuova generazione che dopo la loro morte avrebbe conservato e seminato ancora il seme della nuova fede. Pietro ruppe e benedisse il pane. Su ogni faccia era diffusa la calma e la felicità pareva in tutta la casa.

– Vedi, disse Paolo volto a Vinicio, siamo noi nemici della felicità e della vita?

– So che non lo siete, rispose Vinicio, perchè io non sono mai stato così felice come tra voi.

CAPITOLO XXXV.

Alla sera di quella giornata, Vinicio, ritornando a casa lungo il Foro, vide all’entrata del Vicus Tuscus, la lettiga dorata di Petronio, portata da otto gagliardi bitinî. La fece fermare col cenno della mano e si avvicinò alle cortine:

– Tu hai avuto, spero, un piacevole e felice sogno! sclamò Vinicio ridendo nel vedere Petronio sonnolento.

– Oh, sei tu? domandò Petronio risvegliandosi. Sì, mi sono addormentato un momento, perchè ho passato la notte al Palatino. Sono uscito per comperarmi qualche cosa da leggere sulla via ad Anzio. Che c’è di nuovo?

– Stai facendo il giro dei libraî? domandò Vinicio.

– Sì, non mi piace mettere sottosopra la mia biblioteca, così sto comperandone per il viaggio.

– È probabile che sia uscito qualche cosa di nuovo di Musonio e di Seneca. Cerco anche Persio e una certa edizione delle egloghe di Virgilio che mi manca. Oh, come sono stanco! e come le mie mani sono indolenzite dal mettere dentro e fuori i libri dalle coperture chiuse ad anelli. Perchè, quando si è in una bottega di libraio, si è presi dalla voglia di vedere tutto. Sono stato dall’Avirno e da Atracte nell’Argileto, e dai Sozî nel Vicus Sandalarius. Per Castore, come sento il bisogno di dormire!

– Eri tu al Palatino? Che cosa vi si dice? Lo sai? Manda a casa la lettiga coi libri e vieni a casa mia.



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