Racconti dell'età del jazz by Francis Scott Fitzgerald

Racconti dell'età del jazz by Francis Scott Fitzgerald

autore:Francis Scott Fitzgerald [Fitzgerald, Francis Scott]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852039621
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


V

Dopo colazione, John si diresse fino al grande ingresso marmoreo e contemplò incuriosito il panorama che aveva dinanzi. L’intera valle, dalla montagna di diamante al ripido dirupo di granito, otto chilometri più avanti, alitava ancora una bruma dorata che sembrava aleggiare, pigra, sulla splendida distesa di prati, laghi e giardini. Qua e là boschetti di olmi formavano delicate oasi d’ombra, in singolare contrasto con le crude masse della pineta che serrava le alture in una stretta di scuri turchini e verdi. Mentre guardava, John vide tre cerbiatti sbucar fuori in fila da una macchia, un ottocento metri lontana, e scomparire con goffa vivacità nella penombra variegata di nero d’altri cespugli. John non si sarebbe stupito scorgendo le zampe di un fauno passare caute tra gli alberi accompagnate dalla melodia di un flauto o intravedendo le rosee rotondità e i gialli capelli fluttuanti al vento di una ninfa tra i più verdi squarci delle verdi foglie.

Con questa vaga speranza discese gli scalini di marmo, disturbando un poco, ai piedi della scalinata, il sonno di due serici cani da pastore russi, e si incamminò lungo un viale di piastrelle bianche e celesti che sembrava perdersi lontano senza seguire alcuna direzione precisa.

John assaporava quanto più gli era possibile la sua gioia. La felicità, e anche l’inadeguatezza della gioventù stanno nel fatto che essa non può mai vivere nel presente ma deve sempre proiettare l’ora che passa verso la pietra di paragone di un avvenire immaginato in modo radioso... fiori e oro, fanciulle e stelle, non sono che premonizioni e profezie dell’incomparabile, irraggiungibile sogno giovanile.

John seguì una dolce curva, dove masse di cespugli di rose saturavano l’aria con intensi profumi e si avviò attraverso un parco verso una radura muschiosa sotto alcuni alberi. Non si era mai disteso sul muschio e voleva accertare se fosse davvero così morbido da giustificare il fatto che il suo nome veniva utilizzato come un paragone. Poi scorse una fanciulla venire sull’erba nella sua direzione; era la più bella creatura che avesse mai veduta.

Indossava una gonna corta, bianca, che le arrivava appena sotto le ginocchia, e un serto di resede collegate da fibbie di zaffiri turchini le annodava in alto i capelli. I nudi, rosei piedi di lei spargevano a ventaglio la rugiada a ogni passo, mentre ella incedeva. Era più giovane di John... non aveva più di sedici anni.

«Ciao» gli disse con voce vibrante, ma piano. «Sono Kismine.»

Per John era già qualcosa di più. Egli avanzò verso la fanciulla, quasi non osando muoversi, quando le fu più vicino, nel timore di ferirle i nudi piedi.

«Non ci siamo ancora conosciuti» disse la tenera voce di lei. E gli occhi cerulei soggiunsero: “Oh, ma hai perduto molto!...”. «Hai conosciuto mia sorella Jasmine, ieri sera. Io avevo fatto indigestione di lattuga» continuò la tenera voce, e gli occhi continuarono: “Quando sto male sono tanto cara... ma anche quando sto bene”.

“Hai fatto su di me un’enorme impressione” dissero gli occhi di John “e non che io manchi d’esperienza.” «Come va?» disse la sua voce.



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