Racconti di Halloween by AA.VV

Racconti di Halloween by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858407066
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Cosí mi sorprese Oleron: mentre leggevo il suo diario.

– Vent’anni non ti hanno fatto perdere la confidenza con me, Egistus, – disse gelido, – visto che stai frugando tra le mie cose.

Mi strappò il libro. Vidi che le sue mani bianche erano ora assai meno curate, rugose e con le unghie stranamente appuntite. Con un’unghia mi ferí.

– Come vedi, – sorrise Oleron, – difenderò i miei segreti col sangue. Comunque, non c’è nessuno di là. Siamo soli con i nostri fantasmi. Forse arrivano voci dalla casa vicina. A volte l’eco della montagna le porta fin qua.

Ci sedemmo davanti al camino. Accese il fuoco con cura e mi spiegò che non aveva ancora la luce elettrica, ma l’avrebbe avuta presto. E non aveva telefono, non potevamo perciò chiamare nessuno. Il tempo era brutto: avrei potuto passare la notte lí sul divano, e all’alba sarebbe certo passata qualche macchina.

– Sul divano? – chiesi, – non hai altre camere da letto?

– Solo una, la mia, – disse Oleron, scomparendo col viso nel cono d’ombra del camino.

Una sola camera da letto in una villa di almeno cinquanta stanze, pensai. No, Oleron, non ti credo: e non mi inganna la tua gentilezza. Non so cosa pensi di fare di me e perché sono capitato qui. Ma so che questa volta scoprirò il tuo mistero.

– Oleron, – dissi con tono di sfida, – quella notte a Barcairn sentii nella stanza vicina un suono mostruoso… come il lamento di una qualche creatura.

Oleron strinse le labbra e si passò una mano sulla gola, il tono della voce divenne esageratamente allegro.

– Ma certo, ora ricordo: il mio vecchio giradischi… era mezzo guasto, e perdeva giri… un valzer cantato da un orco a diciotto giri, ecco che cos’hai sentito.

Cercò di ridere. Ma stavolta erano i miei occhi a inchiodarlo.

– E quelle ferite che avevi sempre sul collo?

– Non ricordo, – disse bruscamente Oleron. – Adesso penso che dovremmo riposare tutti e due. Parleremo dei vecchi tempi domattina. Vado a prenderti una coperta.

Restai di nuovo solo. Aveva ripreso a piovere: andai a chiudere la finestra e (questa volta non era un’illusione!) vidi un’ombra attraversare il prato, dirigendosi verso il retro della casa. Oleron non era solo. E contemporaneamente sentii l’ululato di un animale.

Non veniva da fuori: veniva dall’interno della casa. Lo seguí un grido di donna, chiaro ma lontano, come provenisse da una stanza sotterranea. Il sangue mi si gelò nelle vene. Ero ormai sicuro che Oleron mi nascondesse qualcosa di orribile. Mi tornarono in mente le sue parole di vent’anni prima: «Quelli non amano essere ingannati. E sanno aspettare».

La porta si aprí lentamente. Dal buio emerse qualcosa che muoveva un’ala gigantesca. Gridai, con tutta la forza che avevo in corpo.

Quando il «qualcosa» entrò nella zona di luce della lampada, vidi che era Oleron che reggeva una coperta, come una muleta da torero. Uno scherzo crudele che ne annunciava altri ben piú terribili?

– Hai i nervi a pezzi Egistus… proprio non riesco a convincerti di essere un tranquillo gentiluomo di campagna.



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