Rapa Nui by Leonore Fleischer

Rapa Nui by Leonore Fleischer

autore:Leonore Fleischer [Fleischer, Leonore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 2566893663909
editore: Edizioni CLUB
pubblicato: 1994-11-30T23:00:00+00:00


7.

In allenamento.

I cavatori portarono il corpo irriconoscibile del vecchio al villaggio degli Orecchie Corte e lo avvolsero in filacci di tapa. Le donne piangevano, e anche gli uomini avevano gli occhi umidi e la voce rauca. Heke era molto benvoluto; lavoratore instancabile, pretendeva da se stesso più di quanto avesse mai preteso dagli altri. Non fu un funerale sfarzoso. Gli Orecchie Corte non potevano permetterselo; si limitarono ad adagiare il piccolo, patetico involto che era stato Heke sopra un rogo che ardeva dietro il piccolo ahu degli Orecchie Corte, e gli abitanti del villaggio si radunarono attorno a esso per piangere l’uomo e intonare canti funebri mentre il suo corpo si riduceva in cenere.

Quando il canto lamentoso ebbe fine, il clan rese a Heke un piccolo, estremo omaggio. Gli Orecchie Corte non avevano sacerdoti, ma il più anziano degli uomini che attorniavano la pira pronunciò le parole tradizionali in tono di acuto lamento, mentre gli altri convenuti dondolavano tristemente il corpo avanti e indietro muovendo le mani a tempo.

“…E Hotu Matu’a disse al figlio Kotuu di Mata Nui: «I tuoi discendenti si moltiplicheranno come le conchiglie del mare e le canne del cratere ed i ciottoli della spiaggia, ma poi moriranno e non resterà nessuno…» Tale il destino degli Orecchie Corte”.

Vero. Vero. Ahimè. Il vecchio annuì e dondolò col corpo gemendo. Non era facile essere un Orecchie Corte. Le loro vite erano una continua lotta che terminava soltanto con la morte, e della loro morte non si aveva memoria. Ma i giovani non annuivano e non gemevano. Non erano più così disposti ad accettare il loro leggendario destino, e le parole di Hotu Manu’a cominciavano a suonare alle loro orecchie più come un frutto della propaganda degli Orecchie Lunghe che come un segno della saggezza tradizionale. Ciò che sentivano loro non era accettazione, ma una rabbia profonda e crescente.

Make scambiò un’occhiata severa con Riro e Atta. Il giovane aveva sentito abbastanza; il cuore nel petto gli ardeva di furore. Senza dire una parola, si alzò e si allontanò. Alle sue spalle, la pira divampò furiosamente, consumando quant’era rimasto del povero Heke. Piangere era inutile; Make sapeva che ciò che serviva agli Orecchie Corte era l’azione.

Make in testa, un corteo di Orecchie Corte scuri in volto imboccò la discesa che portava dalla cava al villaggio degli Orecchie Lunghe.

Questi ultimi, dal canto loro, avevano problemi di altro tipo da affrontare. Dritto davanti all’ahu di Miru, l’Orecchie Lunghe Epe, capo del clan Ngatimo, stava sbraitando indignato contro un sacerdote indifferente. “Come sarebbe a dire che i loro moai hanno più mana dei nostri?”

Il sacerdote dette una scrollata di spalle ed indicò il nuovo copricapo di scoria rossa che ornava il moai del clan Miru. “È ovvio”.

“Ma”, stava replicando Epe, quando un rumore lo distrasse. Era il suono di molti piedi in cammino. Epe ed il sacerdote guardarono la lunga, ripida strada dei moai e videro con grande sorpresa gli Orecchie Corte in arrivo.

C’era qualcosa di minaccioso nella loro presenza: pareva che l’intero villaggio fosse in marcia.



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