Ravel by Ravel. Un romanzo

Ravel by Ravel. Un romanzo

autore:Ravel. Un romanzo [LDB]
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2014-04-28T22:00:00+00:00


7

Tecnica n. 2: pur continuando a rigirarsi nel letto per ore, cercare la posizione migliore, l’assuefazione ideale dell’organismo chiamato Ravel al mobile chiamato letto di Ravel, la respirazione più regolare, la posa perfetta della testa sul cuscino, la condizione che fa sì che il corpo si fonda poi si confonda col giaciglio, perché questa fusione può dischiudere una delle porte del sonno. Da quel momento Ravel deve solo aspettare che questo lo invada, stando di vedetta come quando deve arrivare un invitato.

Obiezione: da un lato, lo si è visto, l’attesa stessa, la posizione di vedetta e l’attenzione che mobilita rischiano, anche se cerca di ignorarle, di impedirgli di dormire. Dall’altro, una volta trovata questa posizione, l’incoraggiante intorpidimento che ne deriva, e che fa baluginare il sonno, non di rado si inceppa: si può verificare chissà dove un piccolo corto circuito o un contatto difettoso e bisogna ricominciare. Oltretutto bisogna riprendere daccapo ripartendo da un gradino più basso – è avvilente, Ravel accende l’abat-jour sul comodino poi una sigaretta, tossisce prima di spegnerla per accenderne subito un’altra e così all’infinito.

Forse potrebbe cercare di dormire con qualcuno. A volte prendere sonno è più facile se si è meno soli nel letto. Potrebbe sempre provarci. E invece no, neanche a parlarne. Che si sappia, non ha mai avuto una relazione amorosa con chicchessia, uomo o donna che fosse. Si sa che quando un giorno ha avuto l’ardire di chiedere in sposa un’amica, questa è scoppiata in una fragorosa risata proclamando davanti a tutti che era impazzito. Si sa che quando ci ha provato con Hélène, chiedendole in maniera velata se non le sarebbe piaciuto vivere in campagna, anche lei ha declinato l’offerta, sia pure con più garbo. Ma quando una terza, alta e imponente quanto lui è esile e basso, gli ha fatto a sua volta la stessa proposta, si sa che è stato lui a ridere fino alle lacrime.

Si sa che una volta il giovane Rosenthal l’ha incontrato in una brasserie della porte de Champerret, dove Ravel sembrava avere un intenso commercio, o per lo meno dimestichezza, con una brigata di puttane che aveva lì il suo quartier generale. Si sa che lo stesso Rosenthal ha colto per caso una conversazione telefonica tra Ravel e una di loro, adirata del fatto che preferisse far lezione a Rosenthal piuttosto che offrire a lei un po’ del suo letto. Si sa che un giorno, congedandosi da Leyritz, Ravel gli ha segnalato con noncuranza che andava al bordello, ma l’ha detto, dopo tutto, per celia. Si sa molto poco, dunque, benché qualcosa si possa supporre, come la sua inclinazione, forse rassegnata, per gli incontri sbrigativi. Non si sa nulla, insomma, praticamente nulla, se non che un giorno, davanti a Marguerite Long che lo esorta a sposarsi, si esprime per una volta e una volta per tutte sul problema dell’amore: è un sentimento, opina, che non si innalza mai al di sopra della licenziosità.

Chiuso l’argomento. L’anno scorso a Oxford, quando gli hanno conferito la laurea honoris causa, è andato tutto così bene che lo invitano di nuovo in Inghilterra.



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