Red Rising - Il canto proibito by Pierce Brown

Red Rising - Il canto proibito by Pierce Brown

autore:Pierce Brown
La lingua: ita
Format: mobi, epub, azw3
editore: Mondadori
pubblicato: 2016-04-04T22:00:00+00:00


27

LA CASA DELLA RABBIA

Troviamo Roque alla Torre Phobos con Lea, Buffone, MusoStorto, Erbaccia, Cardo e Ciottolo. Abbiamo otto cavalli -- due trafugati al lago, sei al castello. Li aggiungiamo al nostro piano. Cassio, Sevro e io attraversiamo il ponte che taglia il Metas. Un esploratore nemico fila via ad avvisare Mustang. Gli altri cavalli che abbiamo rubato, guidati da Antonia, ci seguono appena l'esploratore se n'è andato. Roque, a piedi, svolta a sud.

La mia cavalla è l'unica non coperta di mota. È una splendida puledra. E io una splendida visione. Impugno nella sinistra il vessillo dorato di Minerva. Avremmo potuto nasconderlo. Tenerlo al sicuro. Ma devono sapere che siamo noi ad averlo, e Sevro non lo vuole portare, anche se è stato lui a rubarlo. Gli piacciono troppo i suoi pugnali ricurvi. Credo che parli loro bisbigliando. E Cassio ci occorre per altre cose, che non sono portare il vessillo. E poi, se lo portasse, figurerebbe come il capo. E questo non va bene.

C'è un silenzio mortale mentre cavalchiamo verso le nostre pianure. La nebbia indugia tra gli alberi. Io ci passo in mezzo. Cassio e Sevro mi cavalcano ai fianchi. Non posso vederli o udirli adesso, ma da qualche parte i lupi ululano. Sevro ulula in risposta. Quando la puledra si imbizzarrisce faccio fatica a rimanere in sella. Cado due volte. Cassio ride nel buio. È difficile ricordare che sto facendo tutto questo per Eo, tutto per iniziare una ribellione. Stanotte pare di essere in un gioco; in un certo senso lo è, perché finalmente sto cominciando a divertirmi.

Il nostro castello è stato preso. È il bagliore delle fiamme sugli spalti a dirmelo. Il maniero svetta sulla pianura dalla collina, e le torce tracciano una strana aureola nelle tenebre avvolte dalla nebbia. Gli zoccoli del mio cavallo risuonano smorzati sull'erba bagnata mentre a destra il Metas gorgoglia come un bambino malato nella notte. Cassio vi si dirige a cavallo ma non riesco a vederlo.

«Mietitore!» vocia Mustang attraverso la nebbia. Non c'è allegria nella sua voce. Dista una quarantina di metri, è vicina alla base dell'erta che porta al castello. Sta poggiata in avanti, le braccia incrociate sul pomello della sella. Al suo fianco ci sono sei cavalieri. Gli altri devono essere a presidiare il castello, altrimenti li sentirei. Guardo i ragazzi alle sue spalle. Pax è così grosso che la sua picca sembra uno scettro nei guantoni giganteschi.

«Ehi, Mustang.»

«E così, non sei annegato. Sarebbe stato più facile.» Il suo viso scaltro è rabbuiato. «Appartieni a una razza infame, lo sai?» È stata dentro il mastio e non ha parole per la sua rabbia. «Stupro? Mutilazioni? Omicidio?» sputa fuori.

«Non ho fatto niente» dico «né l'hanno fatto i Censori.»

«Sì. Non hai fatto niente. Eppure adesso hai il nostro vessillo e cos'altro? Bellimbusto da qualche parte là fuori nella nebbia? Avanti, fingi pure di non essere il loro capo. Come se non fossi responsabile.»

«Tito ne è responsabile.»

«Quel grosso bastardo? Sì, Pax l'ha steso.» Accenna al ragazzo mostruoso dietro di lei. Pax ha i capelli rozzamente tagliati corti, gli occhi piccoli, il mento come un tallone bitorzoluto.



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