Riconoscere è un dio by Piero Boitani

autore:Piero Boitani [Boitani, Piero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI

Lo conferma, per la Bibbia cristiana, il grande discorso di Stefano negli Atti degli Apostoli30. Lo ripete ancora una volta, con tocchi affascinanti, il Corano nella dodicesima Sura31. Insomma la vicenda di Giuseppe, dei suoi fratelli e del vecchio Giacobbe ci mostra precisamente come l’anagnorisis si faccia tappa ulteriore della scoperta di Dio, discorso su di Lui, teo-logia in quanto storia della salvezza, Heilsgeschichte, in cui l’uomo riconosce il proprio ruolo, quello degli altri uomini e quello del Signore: «Dio ha scoperto la colpa dei tuoi servi», dice Giuda, applicando alla sfera delle responsabilità personali la manifestazione della divinità. «Sono io forse al posto di Dio? Voi avete pensato un male per me, Dio l’ha pensato per un bene, per compiere lo scopo presente, la sopravvivenza di molte genti», dice Giuseppe ai fratelli impauriti, allargando il discorso dalle colpe personali al modo in cui Dio si serve di esse per agire nel mondo.

È ben vero che nella prospettiva della Bibbia ebraica, dove non esiste rivelazione definitiva, l’anagnorisis di Giuseppe e dei fratelli non costituisce un punto terminale quale essa rappresenterebbe in un dramma classico32. È vero, però, che tale chiusura non ci viene offerta neppure dall’Odissea, dove dopo la scena di riconoscimento fra marito e moglie non solo segue, come nella Genesi, quella fra figlio e padre, ma il destino di Ulisse viene anche aperto all’infinito dalla ripetizione della profezia di Tiresia sul futuro viaggio dell’eroe verso il paese che non conosce il mare. Inoltre, il lungo processo di misconoscimento e riconoscimento conduce a una scena di anagnorisis che è il culmine, temporaneo bensí e foriero di ulteriori interrogativi, di una tappa del rapporto fra uomo e Dio che la Bibbia vuole rappresentare e che sarà d’ora in poi acquisita: quella fase in cui l’uomo, attraverso il conflitto e il riconoscimento fra esseri umani, intravede il passare definitivo di Dio dal mondo dell’essere e della promessa a quello del divenire e del compimento. Per questa ragione la scena di riconoscimento tra Giuseppe e i suoi fratelli, e poi con il padre, è cosí conturbante e appagante per gli esseri umani che ne sono i destinatari. Per questa conoscenza, che tante volte sarà messa in questione nella Bibbia e nella storia sino al terribile secolo XX, vale la pena di pagare il prezzo di tante colpe e tante confessioni. Per questa suprema intuizione dell’Intreccio è giusto e inevitabile spendere molte lacrime. Per essa si potrebbe persino, per un solo momento, dimenticare Abramo e divenire simili a Giuseppe: o, come è piú probabile per noi comuni mortali, ai suoi fratelli.

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