Ricordi Di Parigi by Edmondo De Amicis

Ricordi Di Parigi by Edmondo De Amicis

autore:Edmondo De Amicis [Amicis, Edmondo De]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:48:07+00:00


Allora assistetti a una scena, o piuttosto a una serie di scene tra amene e commoventi, che mi diedero un’idea di cosa dev’essere la giornata di Vittor Hugo, e mi compensarono di non aver potuto continuare la conversazione a quattr’occhi.

Un signore venne innanzi, e dopo di lui, a intervalli di pochi minuti, vari altri, di età diversa, i quali vedevano tutti Vittor Hugo per la prima volta, e avevan chiesto per lettera quel giorno stesso, da quanto m’accorsi, d’essere ricevuti. Uno veniva per domandare il permesso d’una ristampa di non so che poesia, un altro a chiedere una spiegazione intorno alla variante della scena di un dramma; un terzo a chiedere la licenza di dedicare un’opera; un quarto, un bel giovane belga, con una lunga cicatrice sul viso, si trovava nei miei stessissimi panni: veniva, mosso dalla ammirazione, non per altro che per veder Vittor Hugo. D’altri non mi ricordo.

Ebbene, ebbi la consolazione di vedere che giovani e vecchi, francesi e stranieri, si presentavano presso a poco nel medesimo stato in cui mi trovava io al momento di passare la soglia. Le loro facce esprimevano, tutte una viva emozione, e tutti più o meno, spiccicavano le parole con molta fatica. E ammirai la dolcezza di modi di Vittor Hugo. A ognuno andava incontro e gli stendeva la mano con un atto cordiale e semplice. Ma non si ricordava, naturalmente, del nome di nessuno. Fingeva però di ricordarsene.—Mi ricordo benissimo—diceva—; senza dubbio. Voi siete molto amabile con me, signore.—Faceva seder tutti e stava a sentire, l’un dopo l’altro, i loro discorsi balbettati e imbrogliati, assentendo di tratto in tratto col capo. Non lo vidi mai sorridere. Pareva stanco,—Ma sicuro,—diceva infine, con voce dolce,—avrete quello che desiderate. Posso esservi utile in qualche cos’altro?—Parlando con quello della variante, mi fece strabiliare. Si trattava, se non sbaglio, d’una scena del _Roi s’amuse_. Egli se la ricordava verso per verso, e ne recitò speditamente una decina per rammentarsene uno che nel primo momento non gli era venuto alla mente. La sua memoria prodigiosa, del resto, si rivela nella immensa ricchezza della sua lingua e nelle citazioni infinite delle sue opere. Per ultimo si fece innanzi il giovane belga, timidamente, tormentando con tutt’e due le mani l’ala del suo cappello cilindrico, e disse con voce commossa, fissando in viso a Vittor Hugo due occhi azzurri e umidi:—Signore! Io son venuto a Parigi per vedervi. Sono di Bruges. Non avevo il coraggio di presentarmi. Mio padre mi scrisse:—Va, Vittor Hugo è grande e buono; non rifiuterà di riceverti.—E allora vi scrissi. Vi ringrazio. Mi sarei contentato di vedervi passare per la strada. Io vi debbo uno dei più bei giorni della mia vita, signore!—Disse queste poche parole con una semplicità e una grazia, da farsi baciare sulla fronte. Vittor Hugo gli rispose non so che cosa, affettuosamente, mettendogli una mano sulla spalla. Il suo viso sfolgorò. Tutti gli altri, in disparte, tacevano. Poi Vittor Hugo ci guardò tutti, l’un dopo l’altro, benevolmente; tutti gli tenevan gli occhi



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.