Riordan Rick - Magnus Chase e gli Dei di Asgard 05 - 2019 - Le storie segrete by Riordan Rick

autore:Riordan Rick [Riordan Rick]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788852094682
Google: Pa-aDwAAQBAJ
Amazon: B07SJ1J7YB
editore: MONDADORI
pubblicato: 2019-06-10T22:00:00+00:00

HELHEIM

BRAVO FIDO!

di Thomas “T.J.” Jefferson Jr.

«L’ho detto e lo ridico.» Mi lasciai ricadere sul divano malconcio dell’area relax del piano diciannove e mi accarezzai la pancia. «La pizza di Santarpio merita sempre una fuga fuori.»

Mi allungai per prenderne un altro pezzo.

«Eh no. Ne hai mangiate abbastanza.» Mallory calò il coperchio di cartone sulle fette di pizza rimaste e si alzò. «Queste le porto ad Halfborn. È tutto il giorno che se ne sta rintanato nella sua stanza a combinare chissà cosa. Probabilmente si è dimenticato di mangiare, quel bamboccio. Ci vediamo dopo.»

La salutai con un gesto pigro della mano, poi mi allungai sul divano tirando un sospiro di soddisfazione, con il mio fidato fucile a baionetta di acciaio d’ossa al fianco. Il calore del fuoco che crepitava nel camino mi avvolse come una coperta soffice. Avevo le palpebre pesanti. Mi appisolai e, come diceva mia madre, mi ritrovai nel regno dei sogni.

O almeno così pensavo. Tuttavia, il terreno desolato e roccioso, l’umidità che mi penetrava nelle ossa e i cupi gemiti trasportati dal vento sembravano troppo reali per un semplice sogno. Reali e terrorizzanti. In qualche modo, ero entrato in un altro mondo. Avevo sentito dire che mangiare troppa pizza prima di andare a letto può farti venire gli incubi, ma non pensavo che potesse addirittura trasportarti altrove.

Poi udii un grido.

«Arrivo!»

Mi voltai e vidi Thor che correva verso di me come una locomotiva in fuga, con le braccia che pompavano forte e un paio di cortissimi pantaloncini di pelle che arrivavano fin dove non batte il sole. Sogno o realtà, non ero così stupido da restare sulla traiettoria di un’apparizione del genere. Arretrai con un salto un attimo prima che mi superasse, veloce come il vento, poi, in fretta e furia, mi feci ancora più indietro per evitare di essere investito da qualcosa che lo seguiva rimbalzando. Un albero e… cos’era? Un’arpa…? Erano legati a una lunga corda che qualcuno gli aveva attorcigliato alla caviglia. Almeno così sembrava.

«Be’… a quanto pare capita anche questo» mormorai.

Restai a guardare Thor che zigzagava nel paesaggio brullo ai piedi di un’altura rocciosa. A un tratto, udii abbaiare forte. Un segugio enorme sbucò da una grotta sulla cima di un dirupo, in linea d’aria proprio sopra Thor. Grosso quanto un TIR, con la pelliccia nera chiazzata di rosso, il cane puntò lo sguardo sul dio ignaro e sul suo giocattolino con la corda, ansimando con un bel sorriso canino stampato in faccia. Abbaiò di nuovo – di gioia, pensai – e si lanciò giù per la ripida discesa all’inseguimento di Thor e del suo albero, lasciandosi dietro una scia di goccioline rosse.

All’improvviso mi resi conto di cosa fossero quelle chiazze: sangue. Il muso, la pelliccia e le zampe del segugio ne erano ricoperti.

Mentre Thor scompariva in lontananza, seguito dal cane, qualcosa fece clic nel mio cervello. Barcollai fino al masso più vicino e mi sedetti di botto. «Garm» dissi ad alta voce. «Il cane da guardia di Helheim. E…»

«L’assassino di tuo padre» pronunciò una voce di donna al mio orecchio.

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