Ristorante Al Termine Dell'universo by Douglas Adams

Ristorante Al Termine Dell'universo by Douglas Adams

autore:Douglas Adams
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


– Tu continui sempre a dire che non importa.

– Su, ascoltami.

– E va bene!

– Allora, immagina di avere questa vasca da bagno. Una vasca di ebano. E conica.

– Conica? – disse Arthur. – Che razza di…

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– Shh! – lo zittì Ford. – È conica e basta. Allora, sai che cosa fai?

La riempi di sabbia bianca finissima, d’accordo? O di zucchero. Sabbia bianca fine e… o zucchero. Quello che vuoi, non importa. Lo zucchero secondo me va benissimo.. E quando è piena, togli il tappo, e… ma stai ascoltando?

– Sì, che ti sto ascoltando.

– Bene. Togli il tappo, e tutto il contenuto fugge via mulinando, esce dal buco, capisci.

– Capisco.

– No che non capisci. Non capisci affatto. Non sono ancora arrivato al punto saliente. Vuoi sapere qual è il punto saliente?

–Sì, dimmelo.

– Te lo dico. Te lo dico subito qual è il punto saliente. Ford rifletté un attimo, cercando di ricordarsi quale fosse.

– Sì – disse. – Il punto saliente è questo. Tu filmi l’accaduto.

– È proprio saliente – convenne Arthur.

– Ti prendi una bella cinepresa, e filmi l’accaduto.

– Saliente, in effetti.

– Ma no, non è questo il punto saliente, in realtà. È un altro, me ne sono ricordato in questo momento. Il punto saliente è che tu dopo infili la pellicola nel proiettore e proietti il film… all’indietro!

– All’indietro?

– Sì. Il fatto che lo proietti all’indietro è decisamente il punto chiave di tutta la faccenda. Tu te ne stai seduto a guardare il film, e vedi una spirale di sabbia bianca e… o zucchero salire mulinando dal buco e riempire la vasca. Hai capito, allora?

– Ed è così che ha avuto inizio Universo? – chiese Arthur.

– No – disse Ford – ma è una storia fantastica per uno che abbia voglia di rilassarsi.

Allungò la mano verso il suo bicchiere di vino.

– Dov’è il mio bicchiere di vino? – disse.

– È in terra.

– Ah, già.

Sporgendosi indietro con la sedia per cercare il bicchiere, Ford andò a sbattere contro il cameriere, che si stava avvicinando al tavolo con in mano il telefono portatile.

Ford si scusò, spiegando che era ubriaco fradicio. Il cameriere disse che non era niente, e che comprendeva benissimo.

Ford ringraziò il cameriere per la sua indulgenza e la sua cortesia, cercò di tirargli il ciuffo di capelli che gli spioveva sulla fronte, non ci riuscì e scivolò sotto il tavolo.

– Il signor Zaphod Beeblebrox? – disse il cameriere, a Zaphod. 86

– Sì? – disse Zaphod, alzando gli occhi dalla sua terza bistecca.

– C’è una chiamata per voi.

– Eh? Cosa?

– Una chiamata. Una telefonata, signore.

– Per me? Qui? Ma chi può sapere dove mi trovo?

Uno dei suoi cervelli si mise a pensare rapidamente. L’altro indugiò tranquillo sul cibo che la testa cui apparteneva continuava a divorare.

– Spero non vi dispiaccia se continuo a mangiare – disse la testa in questione, continuando a mangiare.

Zaphod pensò che ormai aveva alle calcagna tanta di quella gente, che ne aveva perso il conto. Non sarebbe dovuto entrare nel Ristorante così davanti agli occhi di tutti, senza prendere precauzioni.



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