Ritorno al mondo nuovo by Aldous Huxley

Ritorno al mondo nuovo by Aldous Huxley

autore:Aldous Huxley
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: saggio
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-08-21T22:00:00+00:00


Il lavaggio dei cervelli

Nei due capitoli che precedono ho descritto le tecniche della (chiamiamola così) manipolazione mentale integrale, come le misero in pratica il più grande demagogo e i più abili venditori che la storia ricordi. Ma un problema umano non si può risolvere soltanto con metodi integrali. C’è posto per il cannone, ma anche per la siringa ipodermica. Nei capitoli che seguono parleremo quindi di alcune fra le tecniche più efficaci per la manipolazione non di una folla, non di un folto pubblico, ma di singoli individui.

Durante i suoi storici esperimenti sul riflesso condizionato, Ivan Pavlov [7] scoprì che gli animali da laboratorio, soggetti a una prolungata tensione fisica o psichica, mostrano tutti i sintomi del collasso nervoso. Poiché non intende più far fronte a una situazione intollerabile, il cervello di questi animali, per così dire, sciopera: o smette senz’altro di lavorare (il cane perde coscienza), o ricorre al sabotaggio (il cane assume una condotta non realistica, o mostra sintomi fisici che in un essere umano noi definiremmo isterici). Alcuni animali resistono più di altri alla tensione. I cani che abbiano una costituzione (Pavlov diceva così) “forte eccitatoria” entrano in collasso molto prima dei cani di temperamento appena “vivace” (vivace qui sta per contrapposto a collerico o agitato). Allo stesso modo i cani di temperamento “debole inibitorio” giungono allo stremo molto prima dei loro simili di tipo “calmo imperturbabile”. Ma neanche il più stoico dei cani può resistere all’infinito.

Se la tensione a cui viene esposto è bastevolmente intensa o bastevolmente prolungata, egli entrerà in collasso, a un certo punto, in modo abietto e totale come il più debole della sua specie.

Le due guerre mondiali hanno dato conferma ampia e desolante alle scoperte di Pavlov. In seguito a una sola esperienza catastrofica, o a una serie di spaventi meno gravi ma ripetuti in breve tempo, il soldato mostra numerosi sintomi psicofisici negativi. Perdita temporanea della coscienza, agitazione estrema, letargia, cecità o paralisi funzionale, reazioni assolutamente non realistiche agli eventi esterni, rovesciamento di modi di condotta abituali; tutti insomma i sintomi che Pavlov aveva osservato nei cani ricomparvero fra le vittime di ciò che nella Prima guerra mondiale si chiamò “choc da granata”, e nella Seconda “esaurimento da battaglia”. Ogni uomo, come ogni cane, ha il suo limite personale di sopportazione. Quasi tutti raggiungono quel limite dopo circa trenta giorni di tensione più o meno continua nelle condizioni della guerra moderna. Gli individui più suscettibili della media soccombono dopo soli quindici giorni. Quelli che hanno resistenza superiore alla media possono resistere quarantacinque giorni, e anche cinquanta. Forti o deboli, a un certo punto han tutti il collasso. O meglio, tutti quelli che inizialmente erano sani. Perché, ironia della sorte, gli unici che resistano all’infinito alla tensione della guerra moderna sono proprio gli psicotici. L’insania individuale va immune dalle conseguenze dell’insania collettiva.

Che ciascun individuo abbia il suo punto di collasso è un fatto noto e sfruttato, seppur in maniera rudimentale e non scientifica, da tempo immemorabile. In alcuni casi la spaventosa disumanità



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