Rivoluzione Z by Giulia Blasi

Rivoluzione Z by Giulia Blasi

autore:Giulia Blasi [Blasi, Giulia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-09-07T12:00:00+00:00


Lo sguardo maschile: cos’è, come funziona e come disintossicarlo

Fin qua abbiamo parlato moltissimo di prospettiva: quella femminile prima, quella maschile poi. Ogni essere umano guarda il mondo da un punto diverso a seconda della sua esperienza, della sua condizione sociale, della sua età, di molti altri tratti dell’identità e anche (e mi viene da dire: soprattutto) del genere. Nessuno di noi sceglie da che parte essere messo, ma tutti possiamo scegliere da che parte stare e quale prospettiva adottare; o se non altro, possiamo scegliere chi ascoltare e come, e fare uno sforzo di empatia per vedere il mondo da un altro punto di vista. Chi nasce maschio, etero e bianco in Italia viene al mondo in una condizione di privilegio sostanziale, una condizione che lo colloca al di sopra di un sacco di gente. I maschi però non amano sentirselo dire, perché la fatica che fanno per ottenere qualcosa sembra già infinita, figurarsi se riescono a relativizzarla rispetto alla fatica altrui.

L’occhio dei maschi bianchi eterosessuali cisgender borghesi è quello che decide come deve essere raccontato il mondo, cosa è importante e cosa no. È lo sguardo di default, per così dire: dominante al punto di essere scambiato, a torto, per neutro. Lo sguardo maschile decide quali sono i problemi di cui ci si deve occupare e come approcciarli; se un problema non è un problema per questi maschi, è un problema che non esiste, o è un problema secondario, marginale, “di parte”. I problemi delle donne, in primis, ma anche i problemi della comunità LGBTQ e soprattutto delle persone trans; i problemi delle minoranze, in seconda battuta, perché quel “bianco” rende ciechi come e quanto la specifica sulla classe sociale, e per vedere bisogna fare lo sforzo di mettersi nei panni degli altri e delle altre.

Essere maschio non ti rende onnisciente, eppure il vizietto del minchiarimento (adattamento italiano di mansplaining, opera del mio amico Francesco Graziosi, traduttore e genio) è molto diffuso fra i maschi italiani, e non solo quelli di mezza età. Si tratta, in due parole, dell’ignobile arte dello spiegare alle donne cose che sanno meglio di loro.

Chiariamoci: avere una minchia non ti rende uomo, il mondo è pieno di donne che ne sono provviste, e non in senso figurato, proprio letterale. Però il minchiarimento è così tipico del maschio cis, così profondamente e intrinsecamente legato al suo privilegio, che la minchia in questione non è letterale ma figurata, è un obelisco, un razzo, una metafora del potere. Non entrerò qui nelle specifiche della questione, che avevo già spiegato in Manuale per ragazze rivoluzionarie. Ci tengo solo a ribadire una cosa: qualunque frase inizi con «Le donne1 dovrebbero…» è una cazzata. Non iniziarla neanche. Lascia perdere. Vai a farti un panino.



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