Roma, non basta una vita by Silvio Negro

Roma, non basta una vita by Silvio Negro

autore:Silvio Negro [Negro, Silvio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


Ninfa, la Pompei medioevale

Vista dalla montagna con tutti quei cipressi che la punteggiano e tutto quel verde insolito e inquieto che si stende sotto alle piante, tanto diverso dal verde delle colture campestri che le sta intorno, Ninfa dà realmente l’impressione d’un cimitero, un cimitero in riva a un laghetto d’acque azzurre. Ma appena la custode ti ha aperto il cancelletto lasciandoti solo di là dalla cinta trovi, invece di un cimitero, un giardino e un frutteto. Da lontano ti colpivano i cipressi, qui ti sorprendono pomi e peri, tanto carichi di frutta che i rami toccano terra e la pianta è diventata un’unica grondante spalliera. La Pompei del Medioevo ti accoglie inaspettatamente con la lieta serenità del regno di Pomona, quella festa agreste vale le aiuole di garofani screziati che fiancheggiano i vialetti, vale le macchie di girasoli, le palme piantate presso le antiche mura, i salici piangenti che si specchiano nel fiume.

Questi vialetti regolari sono ancora le strade della vecchia Ninfa; questa grande massa d’edera riveste l’abside di quella che fu la sua maggior chiesa – ne aveva nove; questa casa scoperchiata, corrosa, entro la quale è venuto su un gran fico che l’ha riempita tutta, è ancora una delle sue abitazioni; queste minuscole collinette coperte di rovi sono case che il tempo o gli uomini hanno ridotto a cumuli di macerie. Ma è stato il tempo o sono stati gli uomini? E che parte hanno avuto, in questa faccenda, i saraceni e la malaria? Pare incredibile ma lo storico non è in grado di dirtelo, non è in grado di dirti come sia nata questa città medioevale che fu una delle più fiorenti della Marittima, i cui possessi andavano fino al lago di Fogliano e si avanzavano anche nel mare che i ninfani consideravano di loro pertinenza per un tratto di cento miglia dalla costa. Se vuoi, lo storico può dirti il nome esatto del notaio che ha firmato l’atto col quale Ninfa, città libera della Chiesa, si è data in feudo ai Caetani per la somma di duecentomila fiorini d’oro, e il luogo dove l’atto fu firmato, e i nomi dei presenti, perché il tutto sta scritto su una pergamena; ma nessuno ha scritto in pergamena o in carta la storia della morte della città. O meglio le testimonianze che sono state tramandate sono discordi e oscure.

La più singolare dice che un giorno del 1381 gli uomini di Sermoneta, di Bassiano e di Sezze, di comune accordo, deliberarono la distruzione di Ninfa e, suonate le campane a stormo, si armarono e mossero con gli stendardi levati contro la città, non avendo dimenticato di prendere con sé anche tutto quanto era d’uopo a distruggerla. E una volta arrivati, e superata questa curiosa duplice cinta di mura, che si vede ancora coperta d’edera e di rampicanti girare intorno alla maggior parte della città, smantellarono e diedero al fuoco ogni cosa. Ma il cronista si è dimenticato di dirci la ragione di tanta ira e di tanto scempio, se



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.