Romanzi scelti by Luigi Pirandello

Romanzi scelti by Luigi Pirandello

autore:Luigi Pirandello
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2008-12-31T16:00:00+00:00


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Acquasantiera e portacenere

Pochi giorni dopo ero a Roma, per prendervi dimora.

Perché a Roma e non altrove? La ragione vera la vedo adesso, dopo tutto quello che m’è occorso, ma non la dirò per non guastare il mio racconto con riflessioni che, a questo punto, sarebbero inopportune. Scelsi allora Roma, prima di tutto perché mi piacque sopra ogni altra città, e poi perché mi parve più adatta a ospitar con indifferenza, tra tanti forestieri, un forestiere come me.

La scelta della casa, cioè d’una cameretta decente in qualche via tranquilla, presso una famiglia discreta, mi costò molta fatica. Finalmente la trovai in via Ripetta380, alla vista del fiume. A dir vero, la prima impressione che ricevetti della famiglia che doveva ospitarmi fu poco favorevole; tanto che, tornato all’albergo, rimasi a lungo perplesso se non mi convenisse di cercare ancora.

Su la porta, al quarto piano, c’erano due targhette: PALEARI di qua, PAPIANO di là; sotto a questa, un biglietto da visita, fissato con due bullette381 di rame, nel quale si leggeva: Silvia Caporale.

Venne ad aprirmi un vecchio su i sessant’anni (Paleari? Papiano?), in mutande di tela, coi piedi scalzi entro un pajo di ciabatte rocciose382, nudo il torso roseo, ciccioso, senza un pelo, le mani insaponate e con un fervido turbante di spuma in capo.

– Oh scusi! – esclamò. – Credevo che fosse la serva… Abbia pazienza mi trova così… Adriana! Terenzio! E subito, via! Vedi che c’è qua un signore.. Abbia pazienza un momentino; favorisca… Che cosa desidera?

– S’affitta qua una camera mobiliata?

– Sissignore. Ecco mia figlia: parlerà con lei. Sù, Adriana, la camera!

Apparve, tutta confusa, una signorinetta piccola piccola, bionda, pallida, dagli occhi ceruli, dolci e mesti, come tutto il volto. Adriana, come me! «Oh, guarda un po’!» pensai. «Neanche a farlo apposta!»

– Ma Terenzio dov’è? – domandò l’uomo dal turbante di spuma.

– Oh Dio, papà, sai bene che è a Napoli, da jeri. Ritìrati! Se ti vedessi… – gli rispose la signorinetta mortificata, con una vocina tenera che, pur nella lieve irritazione, esprimeva la mitezza dell’indole.

Quegli si ritirò, ripetendo: – Ah già! ah già! –, strascicando le ciabatte e seguitando a insaponarsi il capo calvo e anche il grigio barbone.

Non potei fare a meno di sorridere, ma benevolmente, per non mortificare di più la figliuola. Ella socchiuse gli occhi, come per non vedere il mio sorriso.

Mi parve dapprima una ragazzetta; poi, osservando bene l’espressione del volto, m’accorsi ch’era già donna e che doveva perciò portare, se vogliamo, quella veste da camera che la rendeva un po’ goffa, non adattandosi al corpo e alle fattezze di lei così piccolina. Vestiva di mezzo lutto383.

Parlando pianissimo e sfuggendo di guardarmi (chi sa che impressione le feci in prima!), m’introdusse, attraverso un corridojo bujo, nella camera che dovevo prendere in affitto. Aperto l’uscio, mi sentii allargare il petto, all’aria, alla luce che entravano per due ampie finestre prospicienti384 il fiume. Si vedeva in fondo in fondo Monte Mario, Ponte Margherita e tutto il nuovo quartiere dei Prati385 fino a Castel Sant’Angelo; si dominava il



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