Ronaldo Fan Book by Achille Rubini

Ronaldo Fan Book by Achille Rubini

autore:Achille Rubini
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori Libri Trade Electa
pubblicato: 2020-01-14T12:00:00+00:00


CAPITOLO 11

I TRIONFI A MANCHESTER

Per tutta l’estate, il futuro di Cristiano rimase molto incerto.

Jorge Mendes, il suo manager, gli disse che non sarebbe stato difficile trovargli un’altra squadra (i maggiori club europei lo tenevano già in grande considerazione). Tuttavia, gli consigliò di restare al Manchester United.

Cristiano però non riusciva a prendere una decisione.

Leggere sui giornali cosa dicevano di lui in Inghilterra lo spaventava, eppure Wayne, con cui si teneva in contatto, gli diceva di non badarci.

A Manchester, intanto, mister Alex Ferguson era molto preoccupato: aveva mandato diversi messaggi a Cristiano. Nessuna risposta. Temeva che il giovane giocatore stesse pensando di cambiare squadra (e avesse paura di dirglielo).

Così Ferguson avvicinò proprio Wayne.

«Ciao Wayne... mi hanno detto che tu e Cristiano siete in contatto» esordì.

«Certamente, mister».

«Ho provato a mandargli dei messaggi, ma lui non mi risponde… Sono preoccupato, sai se c’è qualche problema?».

Wayne alzò le sopracciglia. «Guardi, mister, proprio ieri Cristiano mi diceva che trovava strano che lei non gli scrivesse...».

«Com’è possibile?».

«Mi faccia controllare il numero...».

Scoprirono così che mister Ferguson non aveva aggiornato il contatto di Cristiano, e continuava a mandare i suoi messaggi a un numero disattivato. Era tutto un equivoco! L’allenatore non indugiò oltre: chiamò subito Cristiano.

Si incontrarono qualche giorno dopo, nella cittadina costiera di Albufeira, uno dei posti più belli dell’Algarve, la costa sud del Portogallo.

«Ascolta, Cristiano…» iniziò il mister fissando serio il ragazzo. «Ti conosco bene, e so quanto tu sia coraggioso. Hai lasciato la tua isola e la tua famiglia a dodici anni, e hai lasciato il Portogallo quando ne avevi appena diciotto. Se rinunci a giocare in Inghilterra adesso, farai qualcosa che non è nella tua natura. Forse le prime partite saranno difficili, ci vorrà coraggio, ma tu ce l’hai, e tanto».

«Mister, ma gli inglesi mi odiano dopo quello che è successo ai Mondiali!» sbottò Cristiano.

«Non tutti. E poi, credimi, le cose cambiano rapidamente. Dopo l’espulsione contro l’Argentina ai Mondiali del 1998, David Beckham, che indossava la stessa maglia che oggi hai tu, era malvisto da tutti» gli spiegò. «Ma lui non scappò e dimostrò alla gente chi era davvero. E gli inglesi lo ammirarono… Vedrai che anche tu dimostrerai a chi è contro di te che si sta sbagliando di grosso. Torna a Manchester, e fai vedere chi sei».

Cristiano strinse la mano al suo mister. Aveva capito cosa cercava di dirgli l’allenatore. Lo United era la sua squadra: sarebbe tornato per vincere.

E così fece.

Il primo giorno nello spogliatoio, i giocatori dello United, scherzarono con lui più del solito.

Ryan Giggs, il solito buontempone, aprì un pacchetto proprio davanti a Cristiano e a Wayne.

«Ragazzi, vi ho portato due paia di guantoni da boxe, così se doveste chiarirvi ancora…» disse.

Un tempo Cristiano se la sarebbe presa. Invece stavolta rise di gusto.

Poi si allenò con più impegno che mai: sentiva che per lui sarebbe stato un anno speciale.

E il campionato dello United cominciò a Londra, sul campo del Fulham.

Appena Cristiano uscì dallo spogliatoio, tutto lo stadio lo salutò con fischi e ululati.

Paul Scholes gli diede una pacca sulla spalla: «Ignorali.



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