Ruination: Un romanzo di League of Legends by Anthony Reynolds

autore:Anthony Reynolds [Reynolds, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Casa Editrice Nord
pubblicato: 2022-08-30T22:00:00+00:00

19

Kalista si svegliò presto e sospirò quando si rese conto di dove si trovava.

Un altro giorno a Helia, un altro giorno in attesa della decisione del consiglio, un altro giorno che poteva fare la differenza, decretando la salvezza della regina Isolde o la sua morte a causa del veleno.

Kalista non sopportava l’idea che, sebbene la sua missione fosse della massima urgenza, non fosse ancora riuscita ad affrettare la decisione dei maestri. E non sopportava il fatto che la reputazione sanguinaria di Camavor li avesse resi diffidenti riguardo alle sue vere intenzioni.

Aveva accettato l’invito della strana Artefice, Jenda’kaya, che doveva incontrare al tramonto, ma mancava un giorno intero. Se fosse rimasta nei suoi appartamenti fino a sera sapeva già che non avrebbe fatto altro che rimuginare, così indossò l’armatura, prese la lancia e uscì nel buio prima dell’alba.

Era di sangue reale, certo, ma era anche una soldatessa abituata da anni ad alzarsi prima del sorgere del sole. Non poté fare a meno di provare un certo senso di superiorità nei confronti dei pigri accademici di Helia, sapendo che dormivano ancora. Sembrava che quella popolazione non avesse nessuna forza. Erano fortunati ad avere la protezione della nebbia bianca, altrimenti sarebbero stati massacrati dai predoni da chissà quanto tempo, forse dagli stessi antenati di Kalista.

Stava passeggiando per le vie deserte quando il cielo cominciò a rischiararsi, e all’alba si ritrovò alla periferia di Helia. L’aveva fatto inconsapevolmente, ma in effetti non provava nessun desiderio di passare altro tempo all’interno della città. Si sentiva troppo oppressa, troppo controllata. L’aria fresca, gli alberi, le siepi e i rigogliosi campi aperti le offrirono il sollievo di cui aveva bisogno.

La prima persona che vide fu un mandriano, con un gregge di strane pecore dalla lana lunga e ispida, coi musi e con le zame lunghi e con corni che sbucavano dalle mandibole. I corni avevano un’aria piuttosto minacciosa, ma gli animali sembravano docili, e brucavano l’erba accompagnati dal leggero tintinnio delle campanelle che avevano al collo. L’uomo alzò una mano per salutarla, poi condusse il bestiame verso un fiume con alcuni fischi decisi e con l’aiuto del suo cane da pastore.

Abbandonata la strada dalla precisa pavimentazione di pietra bianca, Kalista si arrampicò su un muretto usando una scaletta di legno e seguì un sentiero fangoso, salendo su una collina per orientarsi meglio.

Al ramo di un albero solitario in cima alla collina era appesa un’altalena da bambini; da lì la vista era ottima. Helia sorgeva a sud, scintillante e maestosa al chiarore del mattino, mentre il sole luccicava come una distesa di gemme in movimento a est. Nord ed est erano dominati da dolci pendii, pascoli e tratti boscosi. Si vedevano alcuni villaggi, e sottili scie di fumo uscivano dai camini. Un carro trainato da tori avanzava lento su una strada tortuosa in lontananza, e i leggeri sbuffi bianchi che costellavano i verdi fianchi delle colline rivelavano i punti in cui altre greggi pascolavano.

Il villaggio più vicino non era troppo distante. Raggomitolato in una valletta ombrosa, era piccolo,

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