Santería by Alex Abella

autore:Alex Abella [Abella, Alex]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Giallistica
ISBN: 8804379723
editore: Interno Giallo
pubblicato: 1994-12-14T23:00:00+00:00

12

Ancora oggi non so come passai quel week-end. Anzi, non riesco neppure a ricordare come riuscii ad arrivare fino a casa da Compton. La febbre con la quale probabilmente stavo lottando da giorni finalmente si sfogò e io inzuppai le lenzuola con litri di sudore, cosa che mi succede regolarmente quando mi aumenta la temperatura. Lunedì mi alzai, come Lazzaro, per dare il benvenuto a un cielo azzurro e alle ghiandaie che cinguettavano dai rami della begonia sotto il nostro terrazzo. Il fantasma della luna mattutina si attardava sulle colline verdi, gettando un’occhiata triste al suo accecante compagno prima di sprofondare nuovamente nelle tenebre.

“Come può essere” mi chiedevo “che lo spirito di mio padre… Su Charlie, piantala. È impossibile. Sei semplicemente sotto pressione e il rosso non sapeva quello che stava dicendo. I morti non ritornano. Non sono anime erranti. Hai gettato tu stesso le ceneri di papà nell’oceano quasi vent’anni fa. Siamo a Los Angeles e gli spettri dell’Est non riaffiorano in questo deserto. È lo stress. Dimenticatelo. Dimentica.”

Da parecchi giorni Lucinda mi scrutava alla ricerca di segni del maleficio del quale era convinta io fossi vittima. Non che fosse meno affettuosa, anzi, se possibile la sua preoccupazione crebbe con la mia indisposizione. Mi colmava di tenerezze, portandomi il caffellatte a letto, riempiendo l’appartamento di fiori, lasciandomi bigliettini nascosti tra gli abiti, in cui mi diceva quanto mi amava.

Era orgogliosa di essere sempre un’abile amante, e in questa occasione si sentì obbligata a darmi prove ancora maggiori dei suoi virtuosismi.

In sostanza Lucinda era diventata la mia mantenuta, la mia amante, la mia governante, confidente e consigliera, la mia tropicale Albertine dalla pelle scura. Non che a lei dispiacesse. Rifiorì sotto le mie cure lussuriose, perse quella magrezza che mi faceva pensare a una modella o a una profuga del Centro America in fuga, arrotondandosi un po’ sui fianchi e sul petto, cosicché, quando si spogliava, i suoi seni pieni stavano su da soli senza aiuto di reggiseno, e i capezzoli scuri puntavano in avanti orgogliosi. Paradossalmente, i pochi chili in più le facevano il viso ancora più spigoloso, anche se aveva preso un po’ di carne intorno agli zigomi, le erano venute due fossette che attiravano l’attenzione verso le labbra piene e carnose. Aprii un conto per lei da Magnin e da Neiman Marcus, le compravo le scarpe sulla Melrose e a Rodeo Drive, la mandavo dal parrucchiere da José e le facevo fare le unghie da Miss Julie; in pratica, la trasformai nella mia Galatea, una bambola vivente il cui unico compito era prendersi cura dei miei bisogni. E in questo lei eccelleva così tanto che pensavo aspettasse da tempo di trovare uno come me, che le desse quel tocco finale di lucentezza che subito adottò come suo.

Ma nonostante il nostro trasporto sessuale, non posso dire che l’amassi veramente. Ogni volta che mi trovavo lontano da lei, la sua immagine svaniva dalla mia memoria, il suo volto e il suo corpo non mi passavano neppure per la mente,

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