Scolpitelo nel vostro cuore by Liliana Segre

Scolpitelo nel vostro cuore by Liliana Segre

autore:Liliana Segre
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
ISBN: 9788858521670
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Liliana con il nonno Pippo nel 1936

NEL CAMPO DI STERMINIO

Ero sola. A tredici anni entrai da sola nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. I ragazzi mi chiedono spesso: «Ma come hai fatto, Liliana? Come ha fatto quella bambina, da sola, lì dentro?».

Non so rispondere, e spesso anch’io me lo domando. È qualche anno che confido all’amico Ferruccio De Bortoli, che mi accompagna pazientemente durante la testimonianza del Giorno della Memoria: «Ho paura». Eppure, sono così tanti anni che parlo di questo argomento, è la mia missione. A volte mi sento un araldo, di quelli che andavano per i paesi gridando le notizie perché i giornali non c’erano.

È la mia missione, ma non ho sempre la risposta a tutte le domande.

Me lo chiedo anch’io, sì. Come ha fatto quella ragazzina lì? Quella Liliana ingenua e fragile, come tutte le ragazzine a quell’età? E mi sento sdoppiata, mi sento la nonna di me stessa, sono la nonna di me stessa, come mi sento oggi la nonna dei ragazzi che incontro. Come ha fatto, una gamba davanti all’altra, a sopravvivere? Così sola? A resistere alla fame? Al freddo? Alle percosse? Come ha fatto a non piangere più? Come è riuscita a dimenticare il mondo intorno a sé, per vivere? A crearsi una vita fasulla, una vita di fantasia: la sua stellina che salutava tutte le sere dalla finestra, come se vivesse in un luogo normale. Come ha fatto a resistere? Io ho una pena infinita di me stessa ragazzina. Veramente, ne ho una pena infinita.

Devo parlare di una cosa a questo punto: la spinta alla vita. Sì, fu straordinaria! È la spinta alla vita che mi era stata consegnata con l’amore che avevo avuto prima, fra i miei cari. Quell’amore meraviglioso di mio papà e dei miei quattro nonni e la casa, le belle cose che avevo, quello che avevo avuto in quei tredici anni della mia vita precedente. Fu questo a farmi scegliere la vita. La vita può riservare delle splendide sorprese. E infatti io, quando parlo ai ragazzi, miei nipoti ideali, dico: «Scegliete sempre la vita. Non fatevi abbattere dalle difficoltà. Se ce l’ho fatta io, ce la farete anche voi».

A volte leggo di ragazzi che si sono suicidati per i problemi a scuola, o perché vittime di bullismo. «Ma dovete essere fortissimi» dico negli incontri. «Anche contro i bulli. Perché voi siete più forti dei bulli. Sono i bulli che sono pietosi. Se sono violenti vuol dire che dentro di loro sono debolissimi. Se anche prendete uno schiaffo, una botta, da un bullo, dovete avere nei suoi confronti disprezzo e non paura, perché sono loro i perdenti nella vita. Quelli che credono di essere gli eletti, quelli che credono di essere i più forti: lo vedete cosa ha dimostrato la Storia? La Storia ci ha fatto vedere come vanno a finire quelli che credono di essere i più forti.»

Quella povera Liliana di allora sceglieva la vita. Ma attenzione, dentro Auschwitz non ci si salvava perché si sceglieva la vita. Tutte noi prigioniere sceglievamo la vita.



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