SCRITTI POLITICI by Antonio Gramsci

SCRITTI POLITICI by Antonio Gramsci

autore:Antonio Gramsci [Gramsci, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: no cover, italiano, archivio italiano
pubblicato: 2012-06-19T08:45:31+00:00


Il Congresso dei giovani

(L'Ordine Nuovo, 29 gennaio 1921)

A pochi giorni di distanza dal Congresso di Livorno, si apre oggi in Firenze il Congresso dei giovani socialisti italiani. Non vi è grande attesa attorno ad esso. Lo sforzo di attenzione e di polemica compiuto dai compagni per tener dietro al dibattito delle tendenze che ha culminato a Livorno sembra avere esaurito la capacità loro di dare rilievo ai fatti che pure sono degni di essere considerati del maggior valore. Le dichiarazioni esplicite fatte ai due Congressi di Livorno dal segretario della Federazione giovanile italiana hanno forse contribuito a diminuire l’interesse che altrimenti dovrebbe essere grandissimo. Che cosa diranno, degli avvenimenti del Partito, i giovani? Che cosa pensano essi delle sorti del movimento proletario italiano? Con quali occhi, con quale animo considerano essi gli eventi attuali, e, quello che piú conta, con quali propositi considerano l’avvenire essi, che l’avvenire del Partito portano in sé, che rappresentano, che sono la continuità di esso e di tutto il movimento proletario e sovversivo?

Confessiamolo: gli «adulti» non solo si disinteressano, non solo trascurano, ma in parte anche volutamente tengono in minor conto il movimento dei giovani. Nelle assemblee essi sono sempre un poco i tollerati, e nelle ultime discussioni che si son fatte in preparazione del congresso e che in alcuni luoghi sono state lunghe, vivaci, talora tempestose, non è mancato chi insultasse l’ardore e l’impetuosità giovanile, quasi considerandola come una claque. Inutile lamentarsi: l’organizzazione dei giovani fu sempre o quasi sempre tenuta un poco in disparte e non se ne può far colpa a nessuno, se non al Partito nel suo complesso, al Partito nel quale non è stata mai presente in modo chiaro la coscienza di ciò che dovesse rappresentare nel suo seno questa organizzazione.

Difetto di visione organica, dunque, difetto che si spiega coi caratteri stessi che ha avuto il movimento giovanile nei diversi periodi della storia del socialismo italiano. Nei primi tempi i giovani venivano al Partito, a frotte, spinti da un impulso ideale, da uno slancio dell’animo disgustato della visione di un presente triste ed iniquo, avido di libertà e di battaglie. Venivano allora a noi, i giovani, senza distinzione, da tutte le classi. Erano studenti, professionisti, borghesi, gente cui lo studio aveva aperto la mente alla comprensione delle dottrine e procurato a dovizia la capacità di assimilarle e di esporle. Li animava un fervore idealistico, desiderio ardente di azione e di sacrificio; quasi sembrava che in essi dessero gli ultimi bagliori le virtú che la borghesia italiana aveva dato prova di possedere durante gli anni delle lotte del Risorgimento, quando non ancora l’eroismo era stato soffocato dalla corruzione dello Stato italiano. Quei giovani venendo al socialismo non potevano fare a meno di diventare subito delle guide, dei capi. E un vero vivaio di queste energie destinate ad imporsi e a conquistarsi i primi posti di combattimento erano allora i fasci giovanili. Ma una vera e propria organizzazione di giovani, che avesse esclusivo carattere proletario e fosse fatta per soddisfare i bisogni



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