Se questi sono gli uomini by Riccardo Iacona

Se questi sono gli uomini by Riccardo Iacona

autore:Riccardo Iacona
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
Tags: Women's Studies, Social Science
ISBN: 9788861903975
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2012-10-09T22:00:00+00:00


La crisi economica non c’entra

Una collega che sa che mi sto occupando di queste cose, e con la quale stiamo commentando l’ennesimo omicidio di una donna, mi dice: «Riccardo, ma non sarà la crisi? Guarda che la gente è fuori di testa, senza lavoro, non ci mette niente a perdere il controllo». Nell’unica ricerca nazionale sul fenomeno, quella fatta dall’Istat nel 2007 prendendo in considerazione i dati dell’anno precedente, si legge che nel 2006 le donne ammazzate erano state 101. La crisi era ancora lontana. Arriva il 2007 e le donne ammazzate sono 107. La cifra cresce a 118 nel 2008, quando la crisi si affaccia per la prima volta in Italia. Sono 119 nel 2009, in piena crisi, 127 nel 2010 e, come vi abbiamo già detto, ben 137 nel 2011, l’anno scorso.

Sono troppo pochi e troppo generici i dati a disposizione per tentare un parallelo tra avanzamento della crisi e donne uccise. Però è interessante notare che in Spagna, nonostante la crisi, la statistica annua non è aumentata, anzi è diminuita al minimo storico, con 61 vittime nel 2011 contro le nostre 137. Una cosa è sicura. In Italia il numero delle donne uccise dal 2006 a oggi è in costante aumento. Perché? La risposta è nel prezioso rapporto Istat che fotografa l’Italia nel 2006. «Sono 6,743 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che, almeno una volta nella vita, sono state vittime di violenza, fisica o sessuale, pari al 31,9 per cento della popolazione femminile» recita il rapporto, rivelandoci che il fenomeno della violenza fisica e sessuale degli uomini contro le donne ha riguardato un terzo delle donne che vivono in Italia, un dato incredibile. La seconda scoperta fatta dall’Istat è di enorme importanza: svela infatti che il 93 per cento delle violenze perpetrate dal coniuge o dall’ex non viene denunciato. Infine, ci informa che solo il 6,2 per cento delle violenze è opera di sconosciuti, mentre il resto dei maltrattanti sono partner o ex partner. E il 2006 non era l’anno della crisi.

Non c’è alibi che tenga, quindi, l’incrocio di questi tre dati certifica per la prima volta l’ampiezza del fenomeno e il suo profondo radicamento nella cultura del nostro paese e nella vita delle famiglie. Nei confronti delle donne c’è in Italia una violenza endemica così diffusa e così importante nei numeri che scavalca il confine delle case, delle singole storie di coppie, per diventare un tratto della nostra cultura. Non un episodio, non l’epilogo estremo di una storia personale, bensì un segno di arretratezza, non solo culturale, ma persino antropologica, che attraversa una parte grande del paese e con cui dobbiamo fare i conti: l’Italia, molto brutalmente, è il paese dove il 30 per cento delle donne ha subito violenza, e i numeri si declinano in milioni. Così come centinaia di migliaia sono le case prigione sparse in Italia, nelle campagne, nei paesi, nelle grandi città, e di cui ci accorgiamo solo quando viene uccisa l’ennesima donna. Un’epidemia di violenza che,



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