Se una notte d'inverno un viaggiatore by Italo Calvino

Se una notte d'inverno un viaggiatore by Italo Calvino

autore:Italo Calvino
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2014-02-22T23:00:00+00:00


VI

Le pagine fotocopiate si fermano qui, ma a te ormai importa solo poter continuare la lettura. Da qualche parte deve pur trovarsi il volume completo; il tuo sguardo gira intorno cercandolo ma si scoraggia subito; in questo ufficio i libri appaiono sotto forma di materiali grezzi, pezzi di ricambio, ingranaggi da smontare e da rimontare. Ora comprendi il rifiuto di Ludmilla a seguirti; ti prende il timore d’essere anche tu passato «dall’altra parte» e d’aver perduto quel rapporto privilegiato col libro che è solo del lettore: il poter considerare ciò che è scritto come qualcosa di finito e di definitivo, a cui non c’è nulla da aggiungere o da togliere. Ma ti conforta la fiducia che Cavedagna continua a nutrire nella possibilità d’una lettura ingenua, anche qua in mezzo.

Ecco l’anziano redattore che riemerge tra le vetrate. Afferralo per una manica, digli che vuoi continuare a leggere Guarda in basso dove l’ombra s’addensa.

– Ah, chissà dov’è finito... Tutte le carte dell’affare Marana sono scomparse. I suoi dattiloscritti, i testi originali, cimbro, polacco, francese. Scomparso lui, scomparso tutto, da un giorno all’altro.

– E non se n’è saputo più niente?

– Sì, ha scritto... Abbiamo ricevuto tante lettere... Storie che non stanno né in cielo né in terra... Non glie le sto a raccontare perché non saprei raccapezzarmici. Bisognerebbe passare delle ore a leggere tutta la corrispondenza.

– Potrei dare un’occhiata?

Vedendoti ostinato a andare a fondo, Cavedagna acconsente a farti portare dall’archivio il dossier «Marana dott. Ermes».

– Ha un po’ di tempo disponibile? Bene, si sieda qui e legga. Poi mi dirà cosa ne pensa. Chissà che lei non riesca a capirci qualcosa.

Per scrivere a Cavedagna, Marana ha sempre dei motivi pratici: giustificare i suoi ritardi nella consegna delle traduzioni, sollecitare il pagamento di anticipi, segnalare novità editoriali straniere da non lasciarsi sfuggire. Ma tra questi normali argomenti di corrispondenza d’ufficio s’affacciano allusioni a intrighi, complotti, misteri, e per spiegare queste allusioni, o per spiegare perché non vuole dire di più, Marana finisce per lanciarsi in affabulazioni sempre più frenetiche e imbrogliate.

Le lettere sono datate da località sparse nei cinque continenti, ma pare non vengano mai affidate alle poste regolari, bensì a messaggeri occasionali che le impostano altrove, per cui i francobolli sulla busta non corrispondono al paese di provenienza. Anche la cronologia è incerta: ci sono lettere che fanno riferimento a missive precedenti, le quali però risultano scritte dopo; ci sono lettere che promettono precisazioni ulteriori, che invece si trovano in pagine datate una settimana prima.

«Cerro Negro», nome – a quel che pare – d’un villaggio sperduto dell’America del Sud, figura nella data delle ultime lettere; ma dove esattamente sia, se inerpicato sulla Cordigliera delle Ande o avviluppato nelle foreste dell’Orinoco, non si riesce a capire, dai contraddittori scorci di paesaggio evocati. Questa che hai sott’occhio ha l’aria d’una normale lettera d’affari: ma come diavolo è andata a finire laggiù una casa editrice in lingua cimmeria? E come mai, se queste edizioni sono destinate al limitato mercato degli emigrati cimmeri nelle due Americhe, esse



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