Senza Appello by James Patterson

Senza Appello by James Patterson

autore:James Patterson [Patterson, James]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830431935
Google: S15HXwAACAAJ
Amazon: 8830431931
editore: Longanesi
pubblicato: 2011-01-01T00:00:00+00:00


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La risposta alla «richiesta di riscatto» del Kil er del Rossetto apparve sul

Chronicle e nell’arco di poche ore gli occhi di tutto il mondo si rivolsero

alla città di San Francisco. Arrivarono giornalisti di ogni tipo e colore che si

raccolsero intorno alla Corte di Giustizia e al a sede del giornale,

intasarono i telefoni di Tyler per chiedergli interviste e fermarono per la

strada impiegati e agenti per strappare loro un commento. Chiunque -‐

uomini, donne e bambini -‐ avesse un’opinione da esprimere e un

computer a disposizione scrisse al giornale.

I personaggi di maggior rilievo non rilasciarono interviste e il sindaco

pregò i media di «lasciarci fare il nostro lavoro», promettendo di rivelare

ogni particolare una volta portata a termine l’operazione.

Rich Conklin, Cappy McNeil e io eravamo al Chronicle per vagliare tutto

quel o che arrivava alla sede del giornale e individuare la risposta del kil er

fra le molte bufale. Solo così avremmo potuto sapere come recapitargli i

due milioni di dollari e farlo smettere di seminare il terrore.

Era una soluzione in cui potevamo solo perdere, a meno che non

riuscissimo a beccarlo. Il piano era semplice: seguire i soldi.

Alle 14.15 arrivò il carrel o del a posta con una spessa busta marrone

indirizzata a H. Tyler. Mi infilai un paio di guanti di lattice e chiesi al

fattorino chi gliel’aveva consegnata.

«Hai, del a Speedy Transit. Lo conosco» «Hai firmato tu la ricevuta?»

«Sì, una decina di minuti fa. L’ho portata subito su.»

«Come ti chiami?»

«Dave Hopkins.»

Gli dissi di andare in fondo al corridoio e di dire al ‘ispettore McNeil, un

tipo grande e grosso in giacca marrone, di recarsi subito a parlare con Hai.

Poi chiamai Conklin, che uscì dal suo bugigattolo dal ‘altra parte del

corridoio e mi seguì nell’ufficio di Tyler.

«Henry, forse è arrivata. Ma potrebbe anche essere un pacco bomba.»

Tyler mi chiese: «Vuoi che la butti nel gabinetto o che la apra?»

Guardai Conklin.

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«Mi sento fortunato» disse lui.

Posai il plico al centro della scrivania di Tyler, che aveva il piano rivestito

in pel e. Avevamo tutti gli occhi fissi sulla busta indirizzata al direttore del

Chronicle, con la scritta URGENTE in nero. Al posto del mittente, c’era solo

una sigla in rosso: WCF. Ai media non avevamo reso noto che l’assassino

firmava i suoi delitti, per cui non avevo dubbi che arrivasse proprio da lui.

Tyler prese il tagliacarte, aprì la busta e la inclinò con circospezione,

facendo cadere sul ripiano della scrivania ciò che conteneva.

Dentro la busta c’era un cel ulare con scheda prepagata, del e

dimensioni di una saponetta, completo di tracol a, auricolare, microfono e

fotocamera; c’era inoltre una seconda busta normalissima, bianca,

indirizzata a H. Tyler. La aprii e lasciai cadere sul a scrivania il foglio

ripiegato che conteneva. Era bianco, stampato con getto d’inchiostro.

Diceva: «Tyler, mi chiami da questo telefono». Seguivano un numero e la

firma: «WCF».



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