Sergio Rossi by Un lampo nell'ombra (2021)

Sergio Rossi by Un lampo nell'ombra (2021)

autore:Un lampo nell'ombra (2021)
Format: epub
pubblicato: 2021-10-30T00:00:00+00:00


13.

IL BUONGIORNO SI VEDE DALLA COLAZIONE

Seduta come ogni mattina al suo tavolo riservato da Zanarini, la contessa Anna Maria Caprara fu costretta a distogliere lo sguardo dalla statua di Luigi Galvani per spostarlo sul capocameriere, che urlava mentre teneva una bambina per il collo, quasi fosse un gattino. Questa si dimenava nel tentativo di scappare via.

La nobildonna posò la tazzina di caffè sul tavolino. “Che succede, Gianni?”

“L’ho sorpresa a chiedere la carità, contessa. Gliel’ho detto mille volte che non deve venire a disturbare i clienti, e soprattutto a rapinarli!”

La bambina stava per scoppiare in un gran pianto, quando incontrò gli occhi neri della contessa e si calmò, come se avesse accettato il proprio destino.

“L’ha per caso colta in flagrante, Gianni?”

“In fla… e dove sarebbe questo fla… ah, vuol dire se l’ho beccata con le mani nel sacco? No, ma…”

“E allora come fa a dire che ha rubato qualcosa?”

“Io…”

“Non è troppo facile prendersela con chi ha meno di noi solo perché non veste come noi?” La bambina sentiva la presa sul collo allentarsi, però non ne approfittò per fuggire. La contessa le allungò la mano. “Vieni, siediti con me. Gianni, per favore, potresti portare una tazza di latte e una brioche per la mia ospite? Ah, e anche un bicchiere d’acqua per me, grazie.”

Gianni chiuse e riaprì gli occhi per accertarsi di aver sentito bene. Poi borbottò qualcosa e corse a eseguire la comanda della contessa. Per fortuna i clienti abituali non erano ancora entrati, anche se chiunque di loro le avrebbe perdonato qualunque ospite al suo tavolo.

Tuttavia, al suo ritorno la bambina era ancora lì. “Lei è una santa, contessa, e tu…” aggiunse puntando il grosso indice verso la bambina, “spero che tu sappia che benefattrice hai davanti, mocciosa…”

“Gianni, per favore.”

“Mi scusi, contessa, ma non sa quanti di questi…”

“Lo so, Gianni, lo so bene invece… Posso chiederti di lasciarci sole e un po’ di discrezione, per favore? Vorremmo finire la nostra colazione, grazie.”

Gianni capì e si premurò subito di sistemare intorno a loro alcuni discreti paraventi che le nascondevano anche ai passanti, che buttavano continuamente l’occhio attraverso le vetrine. Il locale aveva aperto da poco, ma grazie ai suoi arredi, alla qualità del personale e alla sua posizione in centro città (sotto il portico del Pavaglione, tra il Comune e la sede dell’università all’Archiginnasio, subito dopo la libreria Zanichelli) era diventato subito l’appuntamento preferito per quel bel mondo cittadino che Anna Maria Caprara aveva incontrato la sera prima a teatro e che quella mattina, complici anche le pessime notizie della notte, non aveva alcuna voglia di incontrare.

Quel piccolo imprevisto le aveva permesso di ottenere la discrezione necessaria al prossimo appuntamento, che sarebbe avvenuto di lì a poco. La bambina alzò la testa dopo aver spazzato ogni atomo commestibile sul tavolo, e incontrò lo sguardo della contessa. “Bene, adesso che hai finito di mangiare, puoi posarlo sul tavolo e andartene.”

La bambina la fissò negli occhi, quindi si mise una mano in tasca e appoggiò sul ripiano un orologio a cipolla da uomo.



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