Sherlock Holmes. Il mistero del Dardo Sibilante (Il Giallo Mondadori Sherlock) by Rex Harpham

Sherlock Holmes. Il mistero del Dardo Sibilante (Il Giallo Mondadori Sherlock) by Rex Harpham

autore:Rex Harpham [Harpham, Rex]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-03-08T12:00:00+00:00


9

La galleria nascosta

Ci vollero solo alcuni minuti perché raggiungessimo l’isolotto remando.

— Vediamo di individuare il molo nascosto, Watson. Così eviteremo di dover risalire lungo le rovine e ci troveremo direttamente davanti all’ingresso della galleria.

Feci come Holmes suggeriva e, mentre giravamo intorno all’isola, vidi a una certa distanza, sull’altro versante del lago, le barche impiegate nelle ricerche di Cameron.

— Laggiù, sulla nostra sinistra, dottore — disse Holmes, guidando la nostra imbarcazione verso il piccolo molo scavato tanti anni prima nella roccia viva. Andammo a sbatterci contro, e io mi sporsi per tenere ferma la barca mentre Holmes scendeva e la legava alla sporgenza di uno scoglio.

Pochi attimi dopo lo raggiunsi, e intanto lui aveva tirato fuori dal cappotto una lampada pieghevole. Risalì fino alla parete di edera, infilò una mano tra le foglie e trovò la lanterna nel punto esatto in cui l’aveva lasciata in precedenza.

— Penso che basterà una luce per ciascuno, vero, Watson? — disse mentre sfregava un fiammifero. Alcuni attimi dopo, entrambi con una lampada a olio accesa, ci facemmo strada oltre l’edera per entrare nel tunnel.

— Così va molto meglio, Holmes — dissi mentre percorrevamo la galleria. Poco dopo, sopra le nostre teste, trovammo il condotto verticale che avevamo localizzato con le mani. Sollevando verso l’alto le nostre lampade, notammo che il tunnel era stato scavato nella solida roccia, anche se in alcuni punti era rivestito di mattoni. Il pavimento era irregolare, così procedevamo lentamente facendo attenzione a dove posare i piedi, ben consapevoli del rischio di slogarci una caviglia. In alcuni punti, piccole parti del soffitto si erano staccate e giacevano a terra. Lungo le pareti, inoltre, filtrava dell’acqua.

Dopo aver camminato per un breve tratto, ci ritrovammo in una stanza sotterranea. Ci guardammo intorno alla luce tremolante delle nostre lampade. La stanza era un quadrato di circa sei metri per lato, e un tempo, con ogni probabilità, era stata usata come ripostiglio. Contro uno dei muri laterali era appoggiata una scala che arrivava al soffitto. Sul lato opposto, si notava l’ingresso di un altro tunnel di cui però non si vedeva la fine, perché era immerso nelle tenebre. Al centro della stanza spiccava un solido tavolo in legno. Holmes si avvicinò.

— Che ci fa quello, Holmes? — chiesi. — Non vedo a cosa possa servire un tavolo in questa situazione.

— Non è chiaro neppure a me, vecchio mio — rispose lui.

— Ma quale può essere il suo scopo? Qui dentro non c’è cibo. E ricorderà, immagino, i pesci che abbiamo trovato all’esterno solo stamattina, no? — chiesi, rispondendo alla mia stessa domanda.

— Ha ragione, ma non credo che chi ha usato questo tavolo di recente avesse in mente il cibo. Guardi là. — Holmes si era avvicinato a una delle pareti e la stava osservando con attenzione. — Vede queste? — disse, indicandomi un certo numero di rientranze arrotondate. — Che cosa ne pensa?

Io lo raggiunsi e, con l’aiuto della mia lampada, posai le dita sulle cavità. — Non sono molto profonde; al massimo qualche centimetro. Alcune, comunque, sembrano collegate ad altre.



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