Sherlock, Lupin & Io - 17. Un delitto a Natale (Italian Edition) by Irene M. Adler

Sherlock, Lupin & Io - 17. Un delitto a Natale (Italian Edition) by Irene M. Adler

autore:Irene M. Adler [Adler, Irene M.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2018-05-08T00:00:00+00:00


CAPITOLO 12

UN CICLONE COL CAPPELLINO

Stavo già puntando il mio dolce posticino accanto al caminetto, quando il campanello della locanda mi fece sussultare. Holmes e io ci voltammo nello stesso istante e, oltre i vetri della porta d’ingresso, vedemmo una donna dall’incredibile criniera di un color rosso assai poco naturale, sulla quale se ne stava appollaiato un cappellino color carta da zucchero.

«Marjorieee?» trillò la donna.

«Maude!» esclamò la locandiera, uscendo di gran carriera dalla cucina.

La signora Dibley aprì la porta e la bizzarra visitatrice entrò, tirandosi dietro un ometto di corporatura minuta, che quando si tolse il cappello esibì una lucida pelata.

«Buonasera a tutti!» trillò la donna, vedendoci a metà strada tra l’ingresso e il salotto, e porse le dita guantate a Sherlock per un baciamano.

Sherlock la accontentò e si presentò.

«Sherlock Holmes?! Come l’investigatore?!» esclamò lei, spalancando i grandi occhi scuri.

«Proprio così. Ma io sono solo un banalissimo omonimo» si affrettò a dire lui.

«Oh…» Maude non riuscì a nascondere la delusione. «Peccato. Ho adorato il film tratto dalla pièce teatrale di Broadway! Il film su quello vero, intendo» concluse, prima di voltarsi verso di me.

«E tu, tesorino, chi sei?»

«Mila, la nipote del signor Holmes» improvvisai. «Ehm… quello finto» aggiunsi poi, e mi girai divertita verso lo “zio”, che mi rispose con un’occhiataccia.

«Maude Witkin» dichiarò la signora, con un teatrale inchino. «E questo è mio marito Elwyn.»

«Molto piacere» fece l’uomo, stringendo il cappello.

«Maude, tesoro, che ci fai in giro nel bel mezzo di una nevicata?» domandò la signora Dibley perplessa.

«Appunto perché nevica ho pensato di fare un giro finché si può, prima di restare seppelliti. E con seppelliti intendo dire ancora di più di quanto già non siamo, in questo angolino di campagna dimenticato dagli dei» rispose la Witkin, melodrammatica.

«Ma è Natale!» replicò la signora Dibley. «Cosa c’è di più bello che restarsene a festeggiare al calduccio mentre fuori nevica?»

«Oh, te lo dico io: essere a Londra in un club a ballare e a sorseggiare cocktail!»

«Non posso offrirti nulla di simile, ma magari un po’ di tè, o un punch…»

«Ah, grazie, ma sarà meglio che andiamo a rinchiuderci nella nostra catacomba e non ci pensiamo più. Sono solo passata per farti gli auguri, ma adesso è meglio che torniamo a casa, prima che quell’odioso signor Hornblow inizi a spalare la neve sul marciapiede davanti all’ingresso della sua stupida panetteria, buttandola tutta davanti alla nostra porta come al solito. Oh… quasi dimenticavo la cosa più importante!»

Maude Witkin tirò fuori dalla borsa un vasetto dal contenuto di un arancione straordinariamente vivace.

«È una favolosa composta di mango, da spalmare sul pane tostato al posto della solita noiosa marmellata di arance.»

«Cos’ha la marmellata di arance che non va?» sospirò la signora Dibley con un sorriso. «A me piace.»

«Sì, ma questa meraviglia arriva direttamente da Fortnum & Mason, il grande magazzino di Londra! Molto chic, vero?» Maude Witkin guardò me, cercando complicità, e io mi affrettai ad annuire.

«Scusate… disturbo?» disse il capitano Craigmore, facendo capolino dal salotto con aria imbarazzata.

La signora Dibley si affrettò ad accoglierlo. «Niente affatto. I miei carissimi amici, i signori Witkin, sono passati a trovarmi.



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