Shmutz by Felicia Berliner

autore:Felicia Berliner [Berliner, Felicia]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mar dei Sargassi
pubblicato: 2023-09-11T22:00:00+00:00

Sam e Spark

A pranzo con Sam, Spark e Kurt, di rientro al college dopo la pausa di primavera, che è anche il giorno successivo a Pesach, Raizl condivide il matzo avanzato e tutti concordano che sia assolutamente croccante ma non abbia nessun sapore.

Sam mette un pezzettino di matzo in bocca a Spark. E un attimo dopo la bacia con passione.

Raizl sente un peso nello stomaco. Dapprima, distoglie frettolosamente lo sguardo come se stesse assistendo a qualcosa di privato, che non avrebbe dovuto vedere. Kurt non pare accorgersi di nulla, perso nel suo mondo con gli occhi chiusi e le cuffiette, ma Raizl sbircia di nuovo e poi comincia a fissare apertamente Sam e Spark, rapita dagli scorci fugaci della lingua di Sam, una lama rossa fra labbra truccate di nero. Non sta succedendo davvero. E invece sì.

Quando Sam si allontana per comprare una Coca Zero, Raizl non riesce a tenere a freno la domanda: «Ti piacciono le ragazze?»

«Ovvio» risponde Sam.

«I maschi non ti piacciono più?»

«Oh, dolcezza», ride, «non devi mica scegliere».

Raizl ha visto altre volte questa non-scelta nei porno. Due ragazze si baciano e si toccano là sotto e poi entra un uomo e cominciano a baciare lui. Dimenticano di toccarsi. Invece, ingoiano lo shvantz insieme. Se l’uomo comincia a shtuppare una delle due, all’altra può venire in mente di baciare l’amica o di riprendere a toccarsi. Dipende tutto da quello che fa lui.

Questo, però, è diverso. Queste sono Sam e Spark, e prima Sam teneva la mano a Kurt, ogni tanto, mentre andavano via da mensa. La non-scelta di Sam è consapevole e non avviene per caso. Raizl aveva commesso uno sbaglio, una volta, quando aveva sfiorato la titte di sua cugina Esty. L’aveva attraversata una sensazione dalla punta delle dita alla colonna vertebrale, come un liquido caldo trapassarla da parte a parte, come se avesse inghiottito una cucchiaiata di brodo.

Era successo in agosto, quando, più piccole, Raizl e Gitti si erano recate sulle Catskills con le cugine. Erano in sette in una stanza sola, con tre paia di letti a castello e un materassino ad aria compressa sul pavimento. Raizl stava su uno dei letti sotto e sopra di lei c’era la cugina Esty, una ragazza zaftig con guance tonde e splendidi capelli biondi. Accanto ai riccioli dorati di Esty, Raizl pensava che la sua chioma rossa desse meno nell’occhio, perciò le restava sempre di fianco. Adorava il modo in cui cantava e quella sua risata gioiosa provocata dalle cose più insignificanti, come l’atterraggio di una libellula sulla sabbia al lago noto a tutti come il lago chasidish, con una sezione transennata e separata per le donne. Alle ragazze era vietato allontanarsi troppo in acqua, ma anche con tutte quelle regole, anche senza nuotare, le loro voci si levavano allegre. Stare in acqua era un tale piacere, il refrigerio di qualche attimo. Quando era arrivato il momento di andar via, avevano infilato i piedini coperti dalle calze zuppe dentro le scarpe e lasciato impronte bagnate per via dell’acqua che scrosciava dai loro indumenti.

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