Shock by Carlo Patriarca

Shock by Carlo Patriarca

autore:Carlo Patriarca [Patriarca, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


15.

Nei lenti pomeriggi delle settimane successive e la sera, nell’appartamento della mia casa ospedale affacciata sul parco, in attesa di ricevere di nuovo il giorno dopo una visita sgradevole o altri spiacevoli controlli (tra l’altro le opportunità offerte dal casellario giudiziario per i matti erano state arricchite dal reato di contagio da malattia venerea), ripresi a leggere gli articoli che Cerletti aveva pubblicato negli ultimi anni, dopo la sua partenza da Mombello.

Nella produzione eclettica di Ugo, uno scoglio asimmetrico e scabro che affiora nel mare piatto della medicina superspecialistica dei nostri moderni anni Sessanta, c’era stato spazio per studi sugli effetti del vento di scirocco sulla psiche, per indagini sull’ipotiroidismo e il gozzo nelle valli liguri, su nuovi regimi dietetici e naturalmente sulla sifilide e sulle sue complicazioni neurologiche. Ma c’erano anche i suoi articoli usciti sulla rivista Gerarchia, segno della sua partecipazione intellettuale al clima del momento; ovvero, per dirla con l’attuale formula onnicomprensiva, della sua adesione al fascismo. Vi aveva scritto di selezione fisiologica degli aviatori, di nevrosi di guerra, dei fenomeni di isteria collettiva nel popolo germanico, delle differenze naturali tra gli uomini, di vecchiaia, di bellezza e di esperimenti di ringiovanimento. E poi c’erano scritti sulla disoccupazione e la dittatura del proletariato, saggi storici su Paolo Sarpi e articoli di medicina sociale. Aveva anche tradotto uno strampalato testo tedesco sull’inferiorità della donna, senza crederci troppo, sperai. Del resto non sapevo nulla della sua vita privata, gli anni milanesi erano oramai alle spalle da tempo e mia madre non mi confidò mai niente, pur avendo frequentato il suo stesso ambiente. Le dissi della traduzione: «Idiozie in cui non credeva» commentò tagliando corto. Mi bastò per capire che si erano conosciuti bene. Volle però tornare sull’argomento e fu l’ultima volta, perché morí pochi mesi dopo per una crisi cardiaca. Parlando di lui disse: «Era il tipo di medico che non avrebbe mai avuto una relazione con la madre di un suo paziente». Fu una confidenza non richiesta; era il suo modo per confessare a un figlio ormai adulto il suo amore infelice? A volte mi pare che nel suo tono ci fosse un rammarico studiato e che con quella frase volesse costruire un alibi inespugnabile. Di loro due non seppi mai altro, ma ricordo bene l’ombra passata sugli occhi di lei quando aveva detto di sapere della sua partenza da Mombello e, da quel giorno, lo svanire del suo nervosismo in una spenta tristezza, durante le sue visite a Giovanni in ospedale. Quanto a lui, non mi feci un’idea del suo rapporto con le donne finché non lo vidi in azione anni dopo con un’avvenente giornalista americana.

Tornando ai suoi scritti, venni colpito da un estratto di un intervento al primo congresso italiano di eugenetica in cui sosteneva la necessità biologica delle malattie. No, non pensava a una selezione dei piú forti ma al contrario scriveva che la cura dei fragili e degli infetti avrebbe garantito la trasmissione dell’immunità ai figli. «Se possa l’esaltazione di un’immunità trasmettersi attraverso le



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.