sidneySheldon UnaStellaContinuaABrillare by Sconosciuto

autore:Sconosciuto
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-04-30T22:24:07+00:00

Lo psichiatra si chiamava Judd Marmer. Mi era stato consigliato da alcuni amici che lo avevano consultato. Sapevo che aveva molti pazienti nel mondo dello spettacolo. Il dottor Marmer era un omone dai modi franchi, capelli d’argento e occhi azzurri e penetranti.

“Che cosa posso fare per lei, signor Sheldon?»

Io ricordai come mi ero sottratto dall’incontro con lo psicologo alla Northwestern University.

“Non lo so», risposi con onestà.

“Perché è venuto da me?»

“Ho un problema e non so che cos’è. Ho un lavoro che mi piace all’MGM. Guadagno molti soldi. Qualche giorno fa ho vinto un Oscar e…» Mi strinsi nelle spalle. “Non sono felice, ecco. Sono depresso. Ho lottato con le unghie e con i denti per arrivare fin qui e ce l’ho fatta e… ‘qui’ non c’è niente.»

“Vedo. Le capita spesso di sentirsi depresso?»

“Di tanto in tanto», risposi, “ma succede a tutti. Forse sto sprecando il suo tempo.»

“Io ho parecchio tempo. Mi racconti qualcosa di ciò che l’ha depresso in passato.»

Io ripensai a tutte le volte in cui sarei dovuto sentirmi felice e invece finivo sottoterra e a tutte le volte in cui sarei dovuto essere depresso ed ero su di giri.

“Quando ero a New York, un compositore di nome Max Rich…» Io raccontai e lui ascoltò.

“Ha mai meditato il suicidio?»

Le pillole di sonnifero del drugstore… Non puoi fermarmi perché se mi fermi adesso, lo faccio domani…

“Sì.»

“Avverte una perdita di autostima?»

“Sì.»

“Ha la sensazione di valere poco?»

“Sì.»

“Le sembra di non meritare il successo che ha?»

Mi leggeva nel pensiero. “Sì.»

“Ha una sensazione di inadeguatezza o senso di colpa?»

“Sì.» ‘

“Mi scusi.»

Si sporse in avanti per schiacciare un pulsante del suo interfono. “Signorina Cooper, avverta il mio prossimo paziente che ci sarà un ritardo.»

Percepii un brivido fredo.

Il dottor Marmer rialzò gli occhi su di me. “Signor Sheldon, lei soffre di mania depressiva.»

Un termine che mi stridette nell’orecchio. “Che cosa significa di preciso?»

“È una deviazione della mente che produce crisi maniacali e depressive, per cui lo stato d’animo oscilla tra euforia e disperazione. È come se tra lei e il mondo ci fosse uno schermo sottile, per cui, in un certo senso, lei è un outsider che guarda dentro.»

Mi si inaridì la bocca. “Quanto è grave?»

“La mania depressiva può avere effetti devastanti. Ne soffrono almeno due milioni di americani, uno in ogni dieci famiglie. Per qualche ragione sembra colpire più spesso le personalità artistiche. È una malattia che avevano Vincent Van Gogh, Herman Melville, Edgar Allan Poe, Virginia Woolf, tanto per citare alcuni.»

Non servì a farmi star meglio. Quello era un problema loro.

“Quanto ci vorrà per guarire?» chiesi.

Ci fu una lunga pausa. “Non c’è una cura.»

Cominciai a star male. “Che cosa?»

“Il meglio che possiamo fare è cercare di controllare le crisi con i farmaci.» Esitò. “Il problema è che talvolta insorgono effetti collaterali negativi. Circa un maniaco depressivo su cinque alla lunga si toglie la vita. Dal venti al cinquanta per cento tentano il suicidio almeno una volta. La mania depressiva è una concausa in almeno trentamila suicidi l’anno.»

Io lo ascoltavo sentendomi sempre peggio.

“Ci saranno momenti in cui, senza preavviso, perderà il controllo di parole e azioni.

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