Sinfonia dei morti by Abbas Maroufi

Sinfonia dei morti by Abbas Maroufi

autore:Abbas Maroufi [Abbas Maroufi]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-01-25T23:00:00+00:00


13

Era giovedì notte e nevicava. Aveva cominciato la sera prima e continuò fino al lunedì dopo. La strada era bianca e da lontano si scorgeva il tremolio delle luci di Ardabil. Stretto nel suo cappotto, con l’ascia sulla spalla e una piccola valigia che conteneva libri e vestiti, Aidin si avvicinava alla città. I pensieri gli affollavano la testa e le tempie gli pulsavano.

Non poteva credere che il padre, pur di vendicarsi, fosse capace di pianificare un complotto così meschino. I poliziotti avevano occupato la segheria per tutto il pomeriggio. Tronfi e sprezzanti, non avevano rivolto la parola a nessuno. Si erano appostati ciascuno in un punto diverso e fumavano per ammazzare il tempo. Ayaz aveva detto al signor Mirzayan: “Oltre al fatto che è chiamato al servizio di leva, è un uomo pericoloso. Ha idee di sinistra.”

Poi, quando avevano fatto per andarsene, aveva aggiunto che sapeva che qualcuno lo stava nascondendo nella segheria o l’aveva aiutato a scappare, ma l’avrebbe acciuffato a qualunque costo.

- È stato emesso un mandato di cattura nei suoi confronti. Se lei l’ha aiutato, si trova in un bel guaio, monsieur Mirzayan.

Profondamente turbato, confuso e amareggiato, Aidin entrò in città da Porta Tabar Qapusi. La nevicata non accennava a fermarsi e ormai della strada non si scorgeva la minima traccia. La neve che era crollata dai tetti si era accumulata sui marciapiedi. Era rimasta solo una pista serpeggiante solcata dai calessi, che entro il mattino sarebbe senz’altro sparita sotto un altro strato candido e fresco.

C’era il rischio che da un momento all’altro qualcuno lo riconoscesse, o che si imbattesse per caso in Ayaz. Se fosse successo, si sarebbe tagliato i polsi, almeno avrebbe trovato scampo a quella sequela di sofferenze. Ma il freddo e il gelo erano tali che nessuno aveva il coraggio di mettere il naso fuori di casa. Percorse viale Pahlavi fino alla fine, arrivò al quartiere Gazoran e poco dopo si infilò in vicolo Armenia. Aveva la netta sensazione di essere seguito. Senza voltarsi, bussò alla porta verde che si trovava in fondo a quel vicolo cieco. Bussò e ribussò ancora. Si girò e nel bagliore del lampione elettrico all’incrocio con la strada principale notò l’insegna del bagno pubblico Fantasia, che apparteneva a degli armeni e non assomigliava per niente ai soliti hammam. Alcuni attimi dopo, sentì un rumore di passi e poi la porta si aprì. All’ingresso apparve una donna molto bassa. Portava un foulard bianco e diversi maglioncini e gilet di vari colori. Prima che potesse fargli delle domande, Aidin le disse che arrivava dalla segheria.

- Yadin? - domandò la donna.

- Sì, Aidin.

- Prego.

La donna si scostò per farlo entrare. Era un vecchio palazzo dai soffitti alti e le finestre di legno fatte ad arco con delle tendine bianche o rosa, in mezzo al cortile c’erano una grande vasca rotonda con l’acqua ghiacciata e di fianco delle aiuole rettangolari che correvano parallele lungo entrambi i lati dell’edificio.

D’un tratto Aidin notò una costruzione bianca e graziosa. Era una chiesa che si trovava sulla sinistra del cortile, separata da un muretto molto basso.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.