Sinner: Il ritorno dei Lupi di Mercy Falls (Italian Edition) by Maggie Stiefvater

Sinner: Il ritorno dei Lupi di Mercy Falls (Italian Edition) by Maggie Stiefvater

autore:Maggie Stiefvater [Stiefvater, Maggie]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858682623
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-11-19T23:00:00+00:00


Capitolo ventitré

• COLE •

Dopo aver concluso la puntata, ma prima che Isabel staccasse dal lavoro, rimasi con Jeremy a bordo del suo furgoncino malandato, parcheggiato lungo la spiaggia. Eravamo da soli: avevo rispedito Leyla indietro con la Saturn perché non volevo rivedere più nessuna delle due.

Ora si sentivano solo i rumori del traffico, lo stereo portatile di qualcuno, le onde e la palla che colpiva le braccia dei giocatori di pallavolo. Ero sdraiato sul pianale del furgone, su una cerata asciutta e stropicciata, e Jeremy era seduto su un copertone e guardava me e l’oceano. Sopra le nostre teste il sole trafiggeva la scia dei jet, e cuoceva le fessure nell’asfalto in basso. Io ero ancora su di giri per l’esibizione e ora sarebbe stato un buon momento per una birra. Jeremy mi offrì un té freddo senza zucchero.

«Non mi va quel preparato infernale» gli dissi, ma lo presi comunque e appoggiai il barattolo accanto alla testa. Per diversi minuti, lunghi e piacevoli, rimanemmo insieme a non fare niente. Jeremy appoggiò la testa indietro per osservare il cielo, simile a un australiano rugoso fermo in pieno sole. Io chiusi gli occhi e lasciai che il sole mi cuocesse le palpebre. Lì con Jeremy sarebbe stato facile fingere che gli ultimi tre anni della mia vita non fossero trascorsi, e di poter ripartire senza i miei peccati. Solo che così non avrei conosciuto Isabel, e non mi sarei trovato lì in California. Mi chiesi se ci fosse mai stata una strada più diretta fino a quel posto. Forse l’avevo imboccata e mandata in malora. Forse se avessi sempre rigato diritto avrei conosciuto Isabel in uno show.

No, perché lei non amava i concerti, come me.

Pensai a quelle tre ragazze in topless nel mio appartamento: non sarebbero mai state come Isabel e Isabel non sarebbe mai stata come loro.

Non riuscivo a tenere gli occhi chiusi perché il cervello si muoveva sempre più rapido invece di rallentare. Li aprii e dissi: «Tutte le ragazze sembrano vecchie, ora. Quando è successo? Tutto ciò che vedo quando le guardo è il loro futuro di quarantenni. È il superpotere peggiore di sempre».

Pensoso, Jeremy replicò: «Davvero? Io vedo sempre tutti come se fossero dei ragazzini. Da quando ero, diciamo… alle medie. Non importa come si comportano o quanti anni hanno, non riesco a non immaginarli da ragazzini.»

«Terribile. Come puoi mostrare il medio a qualcuno se lo consideri un poppante?»

«Esatto» disse Jeremy.

«Dimmi, perché Leyla è così intollerabile?»

«Sai che non mi piace giudicare le persone.»

«Tutti noi facciamo cose che non ci piacciono.»

Staccò un frammento di gomma dal copertone e me la lanciò sul petto. «Lei non è come noi. Come stile.»

«Musicalmente o eticamente?»

«Preferirei non spergiurare» rispose Jeremy.

«Ma sai almeno cosa significa spergiurare?» Io stesso non ne ero sicuro al cento per cento. Le mie conoscenze erano molto settoriali. «Voglio licenziarla. Davvero. Ma che alternativa ho?»

Rimpiansi di averlo detto non appena mi uscì di bocca. Perché l’alternativa era morta, e io non volevo parlarne. Non dire niente, Jeremy. Non dire il suo nome.



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