Snow White (Italian Edition) by Rosanna Fontana

Snow White (Italian Edition) by Rosanna Fontana

autore:Rosanna Fontana [Fontana, Rosanna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Darcy Edizioni
pubblicato: 2019-05-09T22:00:00+00:00


CAPITOLO 34

ALEX

La zia apre la porta del suo appartamento e per un attimo, nonostante conosca ogni angolo di questa casa, provo a immaginarlo con gli occhi di Maya. Ci sono pochi mobili bassi, un divano in pelle e un tavolo in cristallo. È tutto così in ordine, che sembra impossibile che ci viva davvero qualcuno.

«Vieni, che ti mostro le altre stanze» le propone la zia con il sorriso sulle labbra.

Io non le seguo. Mi siedo sul divano e guardo la gigantografia che campeggia sulla parete di fronte. In quella foto c’era mia zia in costume da bagno, con la fascia di un concorso di bellezza abbastanza importante. Ogni volta che la vado a trovare, mi fermo a osservare quella foto, perché nel suo sorriso leggo quella che dovrebbe essere la spensieratezza tipica della mia età. Ai tempi era felice e serena, me la ricordo a casa nostra a far giocare me e Luca come se fossimo stati i suoi bambolotti. E invece ora è una donna fatta e finita. La tragedia della mia famiglia l’ha resa più dura e sospettosa. Ha perso molti uomini per via della sua mancanza cronica di fiducia; anche se negli ultimi tempi sta frequentando una persona a modo, con cui vorrebbe convivere. Ma non può per colpa mia...

«Ho visto la tua camera. Sai che è proprio come me la immaginavo? Ci sono i poster di Eminem e i libri di Leopardi. Ti rappresenta alla grande» esclama Maya, tornata dal giro di perlustrazione.

Sento che la sua voce ha una sfumatura nuova, più serena. Lei crede di aver capito tutto, di aver compreso il mio segreto. Pensa che dopo la morte di Luca ho abbandonato la famiglia per stare con mia zia. E invece è esattamente il contrario. Sto per risponderle, quando zia Marta, che nel frattempo era andata in cucina, torna con un vassoio ricolmo di cibo.

«Cara, che cosa preferisci? Coca cola o aranciata? E poi assaggia questi biscotti. Li ho fatti io ieri sera. Dovevano essere savoiardi, ma non hanno lievitato. Ora assomigliano alle lingue di gatto, però credimi, sono ottimi.»

Maya ne assaggia uno e fa i complimenti a mia zia, che li accetta volentieri. Poi le spiega qualche trucchetto sulla lievitazione che ha appreso da sua madre, la tipica pasticciera della domenica, e mentre si scambiano commenti sulle ricette, sento che ci stiamo allontanando sempre più dal nostro obiettivo. Per cui richiamo l’attenzione su di me e, dopo aver schiarito la voce, la butto giù tutta d’un fiato.

«Prima hai parlato della mia camera, Maya, ma in realtà non abito qui. Quell’arredamento è solo una copertura per gli assistenti sociali.»

Lei lascia cadere il biscotto sul tavolo e capisco che finalmente ho la sua attenzione. Ormai è impossibile tornare indietro.

«Che cosa vuoi dire?» domanda sorpresa.

Le prendo le mani e la guardo negli occhi. Ora che sto per raccontarle tutto, non so se quello che provo è più un senso di liberazione o paura allo stato puro.

«Sai, io sono cresciuto nella casa popolare di un paese di periferia, a quattro passi da Quarto Oggiaro.



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