Snowden by Luke Harding

Snowden by Luke Harding

autore:Luke Harding
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: True Crime, Espionage
ISBN: 9788854199637
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2016-11-16T23:00:00+00:00


Quel pomeriggio, Jill Abramson del «New York Times» e il suo direttore generale, Dean Baquet, entrarono nella redazione londinese del «Guardian».

Il giornale aveva scritto su un foglio A4 quattordici condizioni per rendere effettiva la collaborazione, che stabilivano che i due giornali avrebbero lavorato congiuntamente sul materiale. Rusbridger sapeva che la redazione del «Times» comprendeva reporter con grande esperienza di faccende di sicurezza nazionale. «Questo tizio è la nostra fonte, ma penso che dovreste considerarlo come una delle vostre», spiegò Rusbridger. Aggiunse anche che Snowden e Greenwald non erano esattamente grandi fan del «Times». I giornalisti britannici avrebbero lavorato fianco a fianco con i loro colleghi americani.

Abramson fece un sorriso tirato e acconsentì alle condizioni.

Più tardi, Abramson e Baquet arrivarono all’aeroporto di Heathrow per tornare a casa e gli agenti della sicurezza li tirarono da parte. Era una perquisizione casuale? O stavano forse cercando i file del GCHQ? Non trovarono nulla, comunque; i documenti erano già stati spediti al di là dell’Atlantico.

Rusbridger avrebbe dovuto partire per le solite vacanze estive di studio del pianoforte nella valle del Lot, nella Francia centrale. Aveva pubblicato di recente un libro intitolato Play it Again, un resoconto di come fosse riuscito a combinare i pressanti incarichi al giornale e la storia di WikiLeaks con lo studio dell’opera più impegnativa di Chopin, la Ballata n. 1. Dopo essersi consultato con Johnson, Rusbridger decise di partire comunque, nonostante gli eventi drammatici, e salì sull’Eurostar diretto a Bordeaux. Dapprima concentrarsi sulla musica fu difficile; ben presto, però, si immerse completamente in Debussy.

Mentre affinava la propria tecnica al pianoforte, gli eventi di Londra si stavano indirizzando verso quello che in seguito Rusbridger avrebbe descritto come uno degli episodi più bizzarri della lunga storia del «Guardian». Robbins ricomparve: «Fu educato in modo impeccabile, non ci fu alcuna aggressione evidente», racconta Johnson. Ma il funzionario comunicò che il governo aveva intenzione di appropriarsi dei computer del «Guardian» e sottoporli ad analisi forense. Johnson si rifiutò, citando il proprio dovere nei confronti di Snowden e dei colleghi del giornale. Il vicedirettore propose un escamotage: per evitare la chiusura, il «Guardian» avrebbe distrutto gli hardware del proprio “centro di comando” sotto la supervisione del GCHQ. Robbins acconsentì.

Fu una parodia del luddismo: uomini inviati a fracassare macchinari.

Venerdì 19 luglio due uomini del GCHQ fecero visita alla redazione del «Guardian». I loro nomi erano “Ian” e “Chris”. Incontrarono una dei dirigenti, Sheila Fitzsimons. Il Cremlino era capace di prodezze che parevano uscite direttamente dalle pagine di James Bond, le disse Ian: «Avete dei bicchieri di plastica sul tavolo. I bicchieri di plastica possono diventare microfoni. I russi sono in grado di far penetrare un raggio laser attraverso le vostre finestre, trasformandoli in dispositivi d’ascolto». Lo staff del «Guardian» soprannominò i due “gli hobbit”.

Due giorni più tardi gli hobbit tornarono, questa volta accompagnati da Robbins e da una formidabile impiegata statale di nome Kata. Ian, il più anziano dei due, era basso, esuberante e vestito con una camicia e un paio di pantaloni Chino. Il suo accento indicava che veniva dal Galles meridionale.



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