Sorelle by Daisy Johnson

Sorelle by Daisy Johnson

autore:Daisy Johnson [Johnson, Daisy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2021-07-02T16:02:56+00:00


2

La prima volta che erano venute in quella casa Settembre aveva appena undici anni e Luglio dieci. L’anno prima Settembre aveva insistito – nonostante le proteste di Sheela – per celebrare i due compleanni nello stesso giorno, così ormai il 5 settembre era la festa di entrambe, due torte, doppi regali, nastri tra i capelli dell’una e dell’altra.

Da un anno non riusciva più a scrivere, e alzarsi dal letto era diventata un’impresa. Il dottore da cui si fece visitare le prescrisse delle medicine che le davano l’impressione di essere bloccata in una palude fino alla cintola. Finché le prendeva non sentiva l’impulso di farsi del male, ma allo stesso tempo non aveva voglia di far niente. Smise di prendere le pillole, cancellò gli incontri che aveva prenotato con lo psicologo, telefonò a Ursa per assicurarsi che la casa fosse libera, e caricò la macchina. Durante la prima metà del viaggio Settembre la riempì di calci da dietro il sedile, continuando a chiederle di cambiare stazione alla radio. Nella testa di Sheela, andare in quella casa sarebbe stato un sollievo, avrebbe potuto lasciarsi tutto alle spalle, trovare un po’ di quiete tra quelle pareti bianche, su quel letto soffice e indulgente. Delle sue figlie non poteva fidarsi: ma la casa sarebbe diventata un bozzolo, proteggendole come lei non riusciva più a fare.

I primi giorni andò tutto liscio e fu felice della scelta. Il tempo era splendido e stavano all’aperto il più possibile, in spiaggia o in acqua, stese sulle coperte, a mangiare sandwich. Il mare era freddo e il sole caldo, e riusciva a sentire le scottature sulla pelle e il dolore ai capelli quando Settembre glieli tirava; riuscì a commuoversi quando trovarono la foca morta e a ridere quando Luglio inciampò rischiando di cadere a faccia in giù nella vasca naturale tra gli scogli. Luglio le si addormentava raggomitolata in grembo. Settembre le parlava degli uccelli che vedeva al mare.

Solo che poi, un giorno di tempesta, svegliata dalla pioggia, si ritrovò intrappolata in casa. Il suo viso, riflesso nello specchio del bagno, sembrava quello di un’altra, che aveva indosso la sua pelle. Le voci delle bambine le raschiavano nelle orecchie, e ogni parola che dicevano, in qualche modo, le faceva male. Aveva l’impressione che le pareti le si chiudessero intorno, accerchiandola.

Un venerdì orribile – dovette segnarsi il giorno sul calendario – in cui nulla andò per il verso giusto. Ruppe una tazza in cucina e la disperazione le riempì ogni anfratto e cavità del cuore. Ricordava ancora il sollievo, il fastidio, l’incazzatura, l’eccitazione e la stanchezza che si provano dopo una giornata lunga e piena ma, in quel momento, non sentiva altro che angoscia. A-N-G-O-S-C-I-A. Ogni singola lettera impressa dentro le palpebre. Un rumore da qualche parte nella casa, un frastuono e poi una breve, brusca esclamazione, messa a tacere subito. Lasciò la tazza rotta lì dov’era e corse dalle bambine. Luglio aveva del sangue in faccia e sulle mani, rosso come un campanello d’allarme nel grigio ovattato del mattino. La bocca chiusa, le palpebre sigillate di Settembre, in risposta alle sue domande.



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