Spin by Robert Charles Wilson

Spin by Robert Charles Wilson

autore:Robert Charles Wilson [Wilson, Robert Charles]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
ISBN: 9788894278606
editore: Rocard
pubblicato: 2018-08-31T22:00:00+00:00


I LUOGHI FREDDI DELL’UNIVERSO

* * *

Un venerdì sera, tornai a casa dopo una riunione alla Perielio, aprii con le chiavi la porta di casa e trovai Molly seduta alla tastiera del mio PC.

La scrivania era nell’angolo a sud-ovest del soggiorno a ridosso di una finestra e dava le spalle alla porta. Molly si voltò di mezzo giro e mi rivolse uno sguardo sorpreso. Al tempo stesso, abilmente, cliccò su un’icona e uscì dal programma che stava usando.

«Molly?»

Non ero sorpreso di trovarla lì. Moll passava quasi tutti i fine settimana con me; aveva un duplicato delle chiavi. Non aveva però mai mostrato alcun interesse per il mio PC.

«Non hai chiamato» disse lei.

Ero stato a un incontro con i rappresentanti dell’assicurazione che sottoscriveva la copertura per i dipendenti della Perielio. Mi avevano detto di prevedere una riunione di due ore, ma alla fine si era rivelato un aggiornamento di venti minuti sulla fatturazione e, quando era terminato, avevo pensato che avrei fatto prima a prendere l’auto per tornare a casa e che forse sarei persino arrivato prima di Molly, se si fosse fermata a prendere il vino.

Il modo in cui mi fissò a lungo ebbe un effetto tale da farmi sentire obbligato a spiegarle tutto prima di chiederle cosa stesse facendo con i miei file.

Mentre percorrevo la stanza si mise a ridere, una di quelle risate imbarazzate, dispiaciute: “Ma guarda cosa mi hai beccato a fare.” La mano destra indugiava sul touchpad del PC. Si voltò di nuovo verso il monitor. Sullo schermo, il cursore si precipitò verso l’icona di arresto.

«Aspetta» dissi.

«Che c’è, devi usarlo?»

Il cursore puntava sul bersaglio. Misi la mano su quella di Molly. «In realtà, vorrei sapere cosa stavi facendo.»

Era tesa. Una vena le pulsava sulla pelle rosa proprio davanti all’orecchio. «Ho fatto come se fossi a casa mia. Uhm, forse un po’ troppo? Non credevo ti sarebbe dispiaciuto.»

«Dispiaciuto di cosa, Moll?»

«Dispiaciuto se avessi usato il tuo computer.»

«Usato per cosa?»

«Niente di importante. Davo solo un’occhiata.»

Ma non poteva essere il computer a incuriosirla. Aveva cinque anni, era quasi un pezzo d’antiquariato. Al lavoro usava dispositivi più sofisticati. E avevo riconosciuto il programma che si era precipitata a chiudere quando ero entrato. Era un programma di gestione familiare, quello che usavo per pagare le bollette, far quadrare i conti e gestire i miei contatti.

«Mi sembrava un foglio di calcolo» dissi.

«Ci sono finita per caso. Il tuo desktop mi ha confuso. Sai, ognuno organizza le cose in modo diverso. Mi spiace, Tyler. Credo di essere stata invadente.» Sfilò di scatto la mano da sotto la mia e cliccò sul comando di arresto. Il desktop si rimpicciolì e sentii la ventola del processore sibilare finché non si spense. Molly si alzò, lisciandosi la camicetta. Si dava sempre una sistemata ai vestiti quando si alzava in piedi. Per mettere le cose in ordine. «Che ne dici se comincio a preparare la cena?» Si voltò dandomi le spalle e si diresse verso la cucina.

La vidi svanire dietro le porte a battente. Contai fino a dieci e le andai dietro.



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