Stavolta m'ammazzo sul serio by Antonio Amurri

Stavolta m'ammazzo sul serio by Antonio Amurri

autore:Antonio Amurri [Amurri, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


14

Dallo psicoanalista continuai a andarci soltanto io.

Parlare tanto sembrava farmi bene. Avevo l’impressione di scaricarmi. In realtà tornavo a casa più distrutto di quando ne ero uscito. Portare alla luce sopite paure, nebulosi patemi, vecchie ansie, appesantiva la mia già cospicua riserva di angosce recenti.

Parlai subito al dottore di Tommaso. Quando ebbi finito di esporgli la situazione rassicurandolo di ritenermene molto soddisfatto, mi accorsi che della situazione non ero soddisfatto per niente.

Diciamo che ero geloso.

Cominciai a tormentare Silvia con le ironie più dozzinali, al punto da costringerla a celarmi i suoi incontri con l’amante. E ciò mi indispettiva ancora di più, perché io invece non potevo celarle nulla, dal momento che quando andavo a Firenze era come se mandassi la partecipazione della mia partenza ad amici e conoscenti. Arrivato in stazione avevo quasi l’impressione che sulla prima vettura fosse attaccato il cartello: «Treno Rapido Antonello Termini-Elena S. M. Novella».

Da Firenze telefonavo continuamente a Roma per controllare gli spostamenti di Silvia. «Dove sei stata tutto il pomeriggio?», «L’hai visto?», «Per quanto tempo?», «Dove?», «Stasera lo rivedi?», «Non sarà troppo?». Va aggiunto il particolare che le facevo tutte queste domande stando sdraiato sul letto vicino a Elena.

Mi accorsi però che la mia gelosia non opprimeva Silvia, anzi, la lusingava. Riflettendo, non poteva essere altrimenti, se si considera che ella si trovava improvvisamente ad avere un amante innamorato e un marito geloso, il che pare sia il massimo per la moglie medio-borghese.

A un certo punto ebbi la sensazione che Silvia si aspettasse da me un ulteriore tentativo di suicidio. Come dire: gelosia sconvolgemi cuore et sensi stop imploroti amarmi stop disperazione imponemi irreparabilgesto stop segue revolverata.

Reputai eccessiva una simile pretesa. Geloso al punto da suicidarmi? Andiamo!

E così cominciò a passarmi. Ci si abitua a tutto, anche all’amante della moglie.

In un mese ne fui fuori. Tornai alla snervante routine della mia nevrosi, con le vecchie care angosce tutte lì in fila pronte per essere sofferte. La breve esaltante stagione della gelosia era finita.

In compenso mi prese uno scrupolo: che i figli venissero a saperlo non nei dovuti modi. Così come li avevo avvertiti d’essermi fidanzato, reputai che fosse giusto informarli che un tal passo era stato compiuto anche dalla madre.

Non so dire quanto pesasse nella mia decisione la speranza di ottenere da loro una certa solidarietà. Non per la madre, per me.

Ero anche molto impaziente di constatare se la notizia li avrebbe scossi. Mi bruciava ancora l’indifferente menefreghismo col quale avevano accolto a suo tempo la mia confessione.

Decisi di mantenere l’ordine della confessione precedente: cominciai da Marco.

M’era stato difficile parlargli di me; figuriamoci quanto lo fosse ora che c’era di mezzo la madre.

Trovai Marco in bagno, la sua stanza d’elezione. Stavolta non stava radendosi le gote imberbi, ma se le impiastricciava di costosissimi preparati anti-acne non rimborsati dalla mutua.

«A proposito della mia amichetta...» cominciai.

Mi guardò con assenteismo.

«La tua che?» disse.

«La mia amichetta, te ne ho parlato, no?»

«Ah sì, certo certo...» disse, riprendendo a picchiettarsi le gote con le dita. Il tono era quello del capufficio cui un impiegato stia ricordando timidamente una pratica urgente.



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