Stefania Maurizi by Il potere segreto

Stefania Maurizi by Il potere segreto

autore:Il potere segreto
Format: epub
pubblicato: 2021-08-27T00:00:00+00:00


Non vi azzardate!

Erano solo 226 pagine, quelle che l’accusa – la Swedish Prosecution Authority – mi aveva rilasciato con il Foia in quei mesi estivi del 2015. Ma quando lessi quella documentazione non potevo credere a quello che mi era stato consegnato.

La Svezia è un paese con buone leggi sulla trasparenza della cosa pubblica. E io avevo una strategia: usarla come un grimaldello per ottenere documenti del caso Assange in paesi come il Regno Unito, dove invece l’accesso era molto più problematico, tanto che dovetti subito citare in giudizio il Crown Prosecution Service per ottenere appena 439 pagine. In Svezia, invece, all’inizio era stato facile. Che fosse stato merito della trasparenza oppure della distrazione di un funzionario, il risultato fu che la Swedish Prosecution Authority mi aveva consegnato i documenti che permettevano di scoprire le ragioni della paralisi. Finalmente potevo rivelarle con le carte alla mano.

Dopo che il 1° settembre 2010 Marianne Ny aveva riaperto le indagini, Julian Assange era rimasto in Svezia e quello che era allora il suo avvocato svedese, Björn Hurtig, aveva prontamente chiesto che il suo cliente fosse interrogato, ma Ny aveva risposto che era prematuro. 10 Il 27 settembre Assange era volato a Berlino per incontrare alcuni giornalisti, tra cui me. Prima di lasciare la Svezia, però, si era accertato che non ci fossero problemi. Il 14 settembre il suo avvocato svedese aveva contattato Marianne Ny per verificarlo. «Al telefono» scriveva 11 la procuratrice Ny nella sua corrispondenza con il Crown Prosecution Service «Mr. Hurtig fu informato che c’erano ancora alcune indagini da fare prima che un nuovo interrogatorio con Julian Assange fosse necessario e che non c’era un mandato di arresto a suo carico.»

Accertato che non ci fossero problemi nel lasciare la Svezia, il 27 settembre il fondatore di WikiLeaks era volato a Berlino e la sera era arrivato nel mio hotel senza i bagagli, spariti nel volo diretto. Ny intendeva interrogarlo il giorno dopo, ma Hurtig le disse che non era riuscito a parlare con il suo cliente: il 27 settembre stesso la procuratrice ne ordinò l’arresto.

Erano settimane molto intense, WikiLeaks stava lavorando alla pubblicazione dei report segreti sulla guerra in Iraq. Nonostante ciò, Assange comunicò a Marianne Ny, tramite l’avvocato, la sua disponibilità a essere interrogato domenica 10 ottobre 2010 o qualsiasi giorno della settimana successiva che iniziava con l’11 ottobre. «Nessuna delle date che le avevamo proposto allora e in un’altra occasione le andavano bene. Alcune date da noi suggerite erano considerate troppo in là (questione di poche settimane), in un’altra occasione, invece, uno dei suoi investigatori era malato» scriveva Hurtig alla procuratrice. «Pare strano» concludeva «che un interrogatorio non si sia potuto tenere perché un investigatore era malato.» 12

Ogni tentativo successivo dei legali di Julian Assange di proporre che il loro cliente venisse interrogato al telefono o in videoconferenza o per iscritto, oppure di persona in un’ambasciata australiana – visto che era cittadino australiano – fu respinto dalla procuratrice. Per la legge svedese, erano tutte modalità perfettamente legittime di interrogare un indagato, ma Ny voleva sentirlo solo ed esclusivamente di persona in Svezia.



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