Stephen King - Incubi & Deliri by Stephen King

Stephen King - Incubi & Deliri by Stephen King

autore:Stephen King
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2010-02-27T10:02:52+00:00


* * *

E tuttavia ce n'erano alcuni che ancora si dimenavano come serpenti con la schiena spezzata, per la maggior parte quelli più freschi.

"Burt", chiamò Frank Daggett, "hai quelle seghe?"

"Ce le ho", rispose Burt, dopodiché gli uscì di bocca una specie di ronzio prolungato, un suono come il frinire di una cicala che s'intrufola nella corteccia di un albero. Non riusciva a distogliere lo sguardo dai cadaveri scossi dagli spasmi, dalle lapidi rovesciate, dalle fosse da cui erano sbucati i morti. "Sul camioncino."

"Sono pronte?" Lunghe vene azzurre affioravano sul cranio calvo di Frank.

"Sì." Burt si era portato una mano alla bocca. "Chiedo scusa."

"Veditela pure con il tuo stomaco finché vuoi", lo incalzò Frank, "ma intanto fila a prendere quelle seghe. E tu... tu... tu... tu..."

L'ultimo "tu" era suo nipote Bob.

"Non posso, zio Frank", gemette Bob. Si guardò intorno e vide cinque o sei fra amici e conoscenti che giacevano accartocciati nell'erba alta. Non erano morti.

Erano svenuti. Quasi tutti avevano visto emergere dal suolo qualche parente.

Buck Harkness, caduto sotto un pioppo, aveva partecipato alla sparatoria che aveva ridotto a brandelli la moglie. Era svenuto dopo aver visto il suo cervello infestato dai vermi esploderle dalla nuca in uno schizzo grigiastro. "Non posso.

Non..."

La mano di Frank, contratta dall'artrite ma dura come roccia, gli crepitò sulla faccia.

"Puoi e lo farai", disse al nipote.

Bob andò con gli altri.

Frank Daggett li guardò allontanarsi con la fronte aggrottata e intanto si massaggiava il torace, che aveva cominciato a spedirgli pulsazioni dolorose lungo il braccio sinistro, giùfino al gomito. Era anziano, ma non stupido, e aveva una mezza idea sulle origini di quelle fitte e sul loro significato.

"Ha detto a me che stava per andarsene, toccandosi il petto", continuò Dave e replicò il gesto del vecchio posandosi la mano sul rigonfiamento del muscolo, all'altezza del capezzolo sinistro.

Maddie annuì, per mostrare che aveva capito.

"Ha detto: 'Davey, se mi succede qualcosa prima che abbiamo finito, prendete il comando tu, Burt e Orrin. Bobby è un bravo ragazzo, ma temo che almeno per un po' abbia consumato tutto il fegato che aveva... e lo sai anche tu che certe volte, quando uno si perde d'animo, non sempre si rimette in sesto'."

Maddie annuì di nuovo, pensando a quant'era fortunata e grata, oh, molto grata di non essere nata uomo.

"E così abbiamo fatto", aggiunse Dave. "Abbiamo completato l'opera."

Maddie annuì per la terza volta, ma dovette scapparle qualcosa di bocca, perché Dave si affrettò ad assicurarle che era pronto a smettere, se non lo poteva reggere. Avrebbe smesso volentieri.

"Reggo, reggo", lo tranquillizzò lei sottovoce. "Avresti di che meravigliarti, se sapessi quanto sono in grado di reggere, Davey." Lui aveva cercato di interrogarla con lo sguardo, incuriosito da quelle parole, ma Maddie aveva distolto gli occhi prima che lui potesse leggere il segreto che contenevano.

Dave non conosceva il segreto perché non c'era nessuno in tutta Jenny a conoscerlo. Così era come Maddie aveva desiderato e così voleva che continuasse a essere. C'era stato un tempo in cui, nelle tenebre del suo sgomento, aveva forse finto di fronteggiare la situazione.



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