Stephens John - 2012 - L'atlante di fuoco by Stephens John

Stephens John - 2012 - L'atlante di fuoco by Stephens John

autore:Stephens John
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Contemporary Fiction, Science Fiction & Fantasy, Contemporary, Foreign Language Fiction, Foreign Languages, Fantasy, Literature & Fiction, Italian
editore: Longanesi
pubblicato: 2012-11-07T23:00:00+00:00


Non si erano mossi dalla cima della torre, e mentre l’uomo parlava Michael di tanto in tanto dava un’occhiata a Emma. Una parte di lui continuava ad aspettarsi che la sorella scoppiasse a ridere e gli dicesse che era tutto uno scherzo e non era mai stata congelata.

Invece rimaneva com’era.

Non ti preoccupare, le promise in silenzio. Non ti lascio così.

«Quattromila anni fa» iniziò a raccontare l’uomo, «quando il mondo era molto diverso da ora – più polveroso, tanto per cominciare – ci fu un gran consiglio di fattucchieri cervelloni nella città di Rhakotis, sulle sponde del Mediterraneo.»

Con grande irritazione di Michael, il guardiano sembrava incapace di raccontare qualcosa senza perdersi in un gran numero di digressioni su argomenti svariati, come i diversi tipi di frutta commestibile, l’intelligenza dei cammelli, la stupidità degli uccelli e l’incredibile affabilità sua, di Bert in persona. In tutto questo, continuò a prodigarsi offrendo a Michael e Gabriel di favorire della sua scorta di insetti, offerte che Michael e Gabriel continuavano a rifiutare incitandolo a venire al punto...

«E questi fattucchieri cervelloni decisero che sarebbe stata un’idea meravigliosa trascrivere i loro segreti più grandi, terribili e occultissimi, quelli che riguardavano l’essenza stessa del mondo. Alla fine, crearono tre libri.» L’uomo sollevò due dita. «Uno parlava del tempo. Uno della vita. E uno della morte. E vennero rinchiusi in tre diverse cripte sotto la città... che era proprio una bellissima città.»

Seguì una disquisizione sulle bellezze di Rhakotis, finché un grugnito di Gabriel non lo spinse a proseguire.

«Allora quei cervelloni, con tutta la loro cervelloticità, crearono un ordine di guardiani, che giurò di proteggere i Libri a costo della vita. In qualsiasi epoca c’erano solo dieci guardiani, abili nel combattimento magico e non magico, ed erano sostenuti dal potere degli stregoni.» Si grattò la barba. «Passò il tempo. I cervelloni si rammollirono, forse i loro cervelli non erano più così grandi come prima. E qui arriva Bert. Era un giovane guardiano. Dallo sguardo vispo. Ligio al dovere. Affabile, ah, quant’era...»

«Questa parte saltala» disse Michael.

«E poi cambiò tutto.» L’uomo balzò in piedi e iniziò a camminare in su e in giù, agitando le braccia con violenza. Michael e Gabriel si misero davanti a Emma, in modo che Bert non rischiasse di colpirla per sbaglio. «Era una bellissima giornata, il sole splendeva e Bert era in cima a una torre di guardia. Dal nulla si materializzarono un migliaio di navi, al largo della costa. Il cielo si incendiò. Nei quartieri orientali della città comparvero i draghi. Da sud, lungo le sabbie, attaccavano i troll. Era Alessandro, il conquistatore ragazzino, e i cervelloni erano condannati. Alessandro era una potenza. Aveva troppi stregoni oscuri nel suo esercito. Spettava a Bert e ai suoi fratelli far uscire i Libri dalla città. Ma quando raggiunsero le cripte, rimaneva solo l’Atlante di fuoco. Gli altri due libri erano già spariti.»

La mente dell’uomo parve andare alla deriva. Si alzò, accarezzandosi la barba, e mormorando: «Non è colpa di Bert, ha fatto del suo meglio, mica lo si può incolpare, il vecchio Bert.



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