Sting Broken Music by Sting

autore:Sting [Sting]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B0016KZSJQ
editore: HARDBACK. PUB. SIMON & SCHUSTER. FIRST
pubblicato: 2003-10-15T00:00:00+00:00

Passo le quattro ore di auto fino alla capitale basca stringendo i denti a ogni cunetta e maledicendo la mia idiozia. Gerry, il solito campione di solidarietà, mi ricorda che stasera abbiamo un concerto, e dobbiamo essere bravi come a San Sebastiàn. Il nostro piccolo convoglio è diretto a ovest, e io cerco di concentrarmi sulla linea blu delle montagne in lontananza. Nonostante il dolore, una parte di me vuole solo andare avanti, da una città all’altra, da un concerto all’altro, senza sapere cosa succederà dopo: l’antidoto ideale a una vita sedentaria e monotona, una trappola nella quale potrei cadere facilmente se non faccio attenzione. Probabilmente è la potenza evocativa di questo viaggio nell’ignoto a far nascere in me quello spirito vagabondo che mi terrà

on the road per venticinque anni.

Quando abbiamo finito di montare l’impianto nel piccolo club, riesco a malapena a stare in piedi. Imbracciare un basso Fender quasi raddoppia la mia agonia. Non voglio deludere la band, e nemmeno il promoter che ci ospita nel suo grande appartamento. È un uomo enorme, come dicevo, e si sente parzialmente responsabile della mia condizione. È proprietario del club di Bilbao, oltre che di una libreria, ed è una specie di figura politica. In questo periodo la regione è attraversata da un’oscura sottocorrente politica di cui noi veniamo messi al corrente senza comprendere la complessità storico-culturale della questione. La gente parla della guerra civile e del bombardamento di Guernica come se fosse successo ieri, e la Guardia civile di Franco è percepita da buona parte della popolazione quasi come una forza d’occupazione. La terribile violenza degli anni seguenti deve ancora scoppiare e quando si parla di politica si avverte un senso di disagio, ma noi siamo trattati con la massima cortesia e ospitalità.

La moglie del promoter, vedendomi così dolorante, mi offre due Valium.

La band deve suonare fra meno di un’ora e io ho assolutamente bisogno di sollievo. Quando salgo sul palco mi sento davvero molto meglio. . finché non comincio a cantare. All’inizio il pubblico sembra sbigottito, poi in qualche modo perplesso, come se questa band inglese che sono venuti a vedere stesse proponendo una nuova, bizzarra forma d’arte. Con mio grande orrore mi accorgo di non avere alcun controllo sull’altezza delle note che canto. La mia voce si innalza e precipita involontariamente come una sirena della polizia impazzita, trasformando le melodie in montagne russe di ridicoli glissando e cacofonie atonali. I più avveduti fra il pubblico si coprono le orecchie con le mani, altri ridono, ma ci sono anche dei volonterosi che sembrano prendere la cosa sul serio. Mi volto verso la band, ma le loro facce funeree mi fanno capire che non si divertono e non provano un minimo di pietà. «È colpa delle medicine» sussurro disperato lontano dal microfono tra una strofa e l’altra. In un modo o nell’altro arriviamo alla fine della disastrosa canzone, e poi Ronnie mi sostituisce al canto per il resto della serata. Mi vergogno come un cane e, quando lo show parzialmente mutilato finisce, mi infilo a letto il prima possibile.

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