Storia di un Pitbull pantofolaio by Natasha Turbanti

Storia di un Pitbull pantofolaio by Natasha Turbanti

autore:Natasha Turbanti [Natasha Turbanti]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Humor, Topic, Animals, Performing Arts, storytelling
ISBN: 9788827573761
Google: TeZMDwAAQBAJ
editore: Natasha Turbanti
pubblicato: 2018-02-18T16:31:08+00:00


Capitolo 4: La distruttrice

Come avrete intuito dal titolo, da piccola ero una vera birbantella e amavo distruggere tutto ciò che mi capitava a tiro: giocattoli, oggetti, vestiti e via dicendo. La prima vittima del “massacro”, lo ricordo come fosse ieri, è stato il pigiama di Carlotta. Dovete sapere che appena arrivate in trentino l'amicizia e la simpatia che provavo nei suoi confronti iniziarono a scemare per far spazio ad una vera e propria antipatia. Mi sgridava sempre e voleva darmi il giornale sul sedere ogni volta che combinavo qualcosa, così decisi di vendicarmi sui pantaloni del suo pigiama. Vi dico solo che erano rosa, di pile ed io odiavo quel colore! Ogni volta che lo indossava mi attaccavo alla gamba dei pantaloni con i miei dentini da latte e tiravo come una forsennata, finché giorno dopo giorno, più che un pigiama iniziò ad assomigliare ad un colabrodo. Non penso mi abbia mai perdonato per questo!

In realtà avevo puntato anche le sue pantofole ma dopo una bella sgridata capii che non dovevo toccarle, perciò mi serviva una nuova vittima. La trovai qualche tempo dopo, durante le mie corse sfrenate su e giù per le scale di legno che portavano al piano superiore ( quanti no mi sono sentita dire! Secondo loro non dovevo farlo perché rischiavo di spezzarmi le zampe!). Comunque sia, continuavo a farlo imperterrita e un bel giorno mi accorsi che in cima alla scalinata, di fronte alla camera della mia umana, c'era un ballatoio di legno che conduceva alla terrazza e un piccolo scalino per accedervi. Eccolo, un nuovo e bellissimo passatempo! Mi sdraiavo sul ballatoio e mordicchiavo l'angolo dello scalino, ero capace di passarci delle ore se non si accorgevano che me l'ero svignata al piano di sopra! Proseguii in questo modo per molti giorni, finché Eleonora , salita in camera sua, mi vide e notò che dell'angolo non era rimasto più niente se non tante schegge che ricoprivano il pavimento circostante. Che ve lo dico a fare? Mi sgridarono, in malo modo e mi presi anche un bel ceffone con il divieto assoluto di tornare lassù. Siccome continuavo a farlo, chiusero l'accesso alle scale, confinandomi durante il giorno al piano inferiore. Che perfide queste umane!

Cosa potevo fare adesso? Giù c'erano soltanto la cucina, l'ingresso, il salotto e il bagno. In cucina avevo adocchiato degli oggetti interessanti, ma siccome ero alta un soldo di cacio non riuscivo e prenderli, nell'ingresso c'erano l'attaccapanni e la mia cuccia, poco interessanti, il bagno era off limits, quindi mi rimaneva il salotto. Il divano sembrava molto divertente da rompere ma fu subito “No Bulla, non ci provare!”; c'erano i vasi con i fiori, ma dovete sapere che ho sempre adorato le piante e i fiori in generale quindi mi rifiutavo di rovinarli! Girando e rigirando, trovai quello che cercavo: la Consolle di Eleonora con i giochi ed il controller. Erano appoggiati su un basso tavolinetto per TV, esattamente alla mia altezza e spinta dalla curiosità, afferrai uno di quei dischetti con la bocca ed iniziai a mordicchiarlo.



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