Storia d'Italia. Dal 1871 al 1915 by Benedetto Croce

Storia d'Italia. Dal 1871 al 1915 by Benedetto Croce

autore:Benedetto Croce [Croce, Benedetto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History
ISBN: 9788870884029
Amazon: 8870884023
editore: Einaudi
pubblicato: 2004-01-01T23:00:00+00:00


Benedetto Croce - Storia d’Italia dal 1871 al 1915

e istruisce il correlativo processo e commina le correlative sanzioni: come chi dica che a tutti gli amorosi che sono al mondo corra l’obbligo d’innamorarsi della stessa donna, e che la Francia poi sia una donna. La commedia degli equivoci riempì quasi intero il quadriennio del primo governo del Crispi, al quale, del resto, nel 1890, il ri-tiro del Bismarck tolse un elemento necessario alla sua, si potrebbe dire non politica, ma rappresentazione politica. Niente accade inutilmente nella storia, e quella lunga baruffa italo-francese maturò l’utilità di purgare una buona volta italiani e francesi dei cattivi umori dell’acuta gallofobia e italofobia; coloro che esercitano il mestiere di apprestare e rinfocolare i sentimenti d’odio tra i popoli, ignorano che quel loro mestiere non solo è triste ma vano, perché l’odio è atto soltanto ad accecare e a im-bestiare e inetto perfino a dar vigore nelle guerre da sostenere, che si sostengono con altri sentimenti e con altri mezzi. Ma, fuori che in tal riguardo, cioè in quanto liberazione per saturazione, il travaglio di allora non giovò né alla Francia né all’Italia: a quella, perché non valse a distaccare l’Italia dalla Triplice; a questa, perché non gliela rese più vantaggiosa di quanto già le era stata e le fu poi. Vero è che, in quel tempo, da parte degli oppositori radicali e irredentisti, si pose innanzi la formola di una «lega latina», di un’alleanza «naturale» contro le alleanze «innaturali», come si considerava quella con la Germania e l’Austria-Ungheria: formola allora vuota di contenuto, ma che doveva ricevere la sua attualità di uso nel 1915; e da parte di conservatori, particolarmente del Bonghi, nel 1893, si manifesto diffidenza verso la politica della Triplice, da quando ne aveva preso la direzione il giovane imperatore, irrequieto, esaltato, ebbro di orgoglio, dalla mistica favella; che era anche un giudizio destinato ad avere le sue lontane conseguenze.

Se, dunque, la politica estera del Crispi fu piuttosto passiva che fattiva, passiva del temperamento di quel-Storia d’Italia Einaudi

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