Storie by Erodoto

Storie by Erodoto

autore:Erodoto
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


1. 1. La spedizione contro gli Sciti, la cui cronologia è per altro incerta, non ebbe comunque luogo subito dopo la repressione delle due successive rivolte babilonesi (cfr. Ili, 150 e n. 1), ma dopo che Dario aveva consolidato il suo potere e riorganizzato 1 amministrazione dell’impero: probabilmente, quindi, non prima del 514 a. C.

2. Cfr. I, 106.

3. Per queste vicende vedi I, 103-106; infra, IV, 11-12; VII, 20; sui Cimmeri vedi I, 6 e n. 5.

2. 1. Come nota giustamente il LEGRAND, ad loc., benché il soggetto di λάβωσι, come pure dei predicati successivi, sia «gli Sciti», tuttavia è verosimile che queste operazioni venissero in effetti compiute dagli schiavi e che gli Sciti si limitassero a un lavoro di sorveglianza e di controllo.

2. Questa spiegazione non risulta convincente: anche per padroni nomadi, che non praticano l’agricoltura, degli schiavi ciechi sono indubbiamente meno utili; si può forse supporre che l’accecamento degli schiavi avesse lo scopo di impedire loro di fuggire, senza per altro renderli inabili alla mungitura e alle attività correlate; ovvero si può pensare, con lo STEIN, ad loc., che le notizie fornite da Erodoto si fondino in ultima istanza su un’errata etimologia della parola scitica che indica gli schiavi.

3. 1. Cioè dalla catena situata nella parte centro-meridionale della Crimea fino al Mar d’Azov (cfr. I, 104 e n. 1).

5. 1. I tre oggetti simboleggiano le tre classi originarie (rispettivamente: conta- aini, guerrieri, sacerdoti) delle antiche società indoeuropee; l’ascia bipenne è propriamente una sagaris: vedi I, 215 e n. 2.

2. Il motivo del terzo fratello che compie con successo una prova in cui i due maggiori hanno fallito (e quasi sempre si tratta di una prova che dà accesso alla regalità) è tipico del folklore: vedi anche infra, IV, 10; VIII, 137 e n. 3.

6. 1. Il re Scita, di cui al cap. 10; il testo tradito suscita perplessità ed è quasi certamente corrotto: abbiamo quindi accettato un convincente emendamento del Reinach, accolto dal Legrand, che consiste nel trasporre Σϰύϑας δὲ ’Έλληνες ὡνόμασαν prima di τοῦ βασιλέος ἐπωνυμίην.

7. 1. I re del regno più vasto, in cui, come Erodoto spiega poco sotto, viene conservato quest’oro.

2. In quanto tale compito comporta appunto un rischio di morte.

3. Al cap. 31 Erodoto chiarirà che, a suo avviso, si tratta di fiocchi di neve.

8. 1. Cioè Cadice.

2. Per questa polemica, il cui implicito bersaglio è Ecateo, cfr. II, 21 e n. 1, e 23 e n. 1; infra, IV, 36 e n. 3.

9. 1. Cioè «selvosa»: cfr. infra, IV, 18, 19, 54, 55, 76.

2. Probabile reminiscenza di una dea della fertilità, la cui natura parzialmente di serpente è da porre in rapporto con il suo carattere ctonio.

3. Per quanto concerne il motivo della prova dell’arco vedi III, 21 e n. 1; alcuni pensano tuttavia che qui si voglia alludere a qualche particolare tecnica di tendere l’arco in uso presso gli Sciti: uno scolio all ’Iliade (Vili, 325) ci informa infatti che gli Sciti erano soliti tendere l’arco tirando la corda non verso il petto, ma verso la spalla; secondo PLATONE, Leg.



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