Storie di mummie by AA.VV

Storie di mummie by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:58:03+00:00


8.

Stephen Banning era seduto sullo spesso tappeto che copriva interamente il pavimento della sua cella imbottita.

Lo ritenevano pazzo.

E forse, chissà, avevano ragione. Ora, dopo tanti anni, si sentiva completamente lucido, e anche lui adesso si chiedeva se poteva essere stato ve-ro… Forse era stato il delirio d’un pazzo e null’altro, ciò che aveva visto.

Anzi, ciò che “aveva creduto” di vedere… Ma, non appena la memoria gli riportava dinanzi agli occhi chiusi l’immagine della tomba, il sarcofago istoriato di Ananka, la luce della torcia sul papiro spiegato… Allora si rifiutava di ricordare di più, spaventato all’idea di rivedere, sia pure soltanto con gli occhi della mente, il volto della mummia! Il volto dell’eternità e della morte.

Forse era pura pazzia. Perché altrimenti sarebbe stato rinchiuso lì dentro? Suo figlio lo amava, e il dottor Reilly lo conosceva fin da bambino…

Se lo avevano relegato in una cella imbottita… creata per i pazzi pericolosi… non poteva darsi che avessero ragione loro?

Forse non aveva mai nemmeno scoperto la tomba della Principessa Reale. Dove si intrecciava la realtà con la fantasia? Dov’era il confine fra i ricordi veri e quelli immaginati? Sì, anche il sarcofago della Principessa doveva far parte del suo delirio… Perché lui aveva visto dipinto, sul grande coperchio prezioso, il viso di Isobel, la fidanzata di John… Ecco la dimostrazione che la sua era soltanto un’allucinazione…

Per un poco si trastullò con quell’idea, confortandosi e cercando rifugio per placare il terrore incalzante che lo afferrava alla gola!

Ma non riusciva a illudersi, e a credere alle proprie argomentazioni, per ragionevoli e logiche che fossero.

Oh no! Sapeva bene di non essere pazzo; anche se il terrore lo faceva sprofondare a volte nell’incoscienza assoluta, unica scappatoia per sopravvivere!

E come avrebbe potuto spiegare il proprio terrore?

Gli era impossibile far capire, a chi lo circondava, di aver visto una mummia, un volto rinsecchito, vecchio di quattromila anni, venirgli accanto e guardarlo con gli occhi bene aperti, vivi!

Chi ha sofferto un incubo forse avrebbe potuto capire quello che lui intendeva! Una cosa è vivere nel sonno un’esperienza agghiacciante, angosciosa, dalla quale ci si ridesta perché la tensione è giunta al suo punto limite… Altra cosa è descrivere, il giorno dopo, l’incubo vissuto. Le parole sono inadeguate…

Per lui, da sveglio, era stato un incubo moltiplicato in tensione e in orrore per un numero infinito di volte. E, quando il parossismo era giunto oltre il limite di sopportazione, non c’era stato il risveglio misericordioso. Soltanto un urlo disumano, senza fine, e il precipitare della ragione nelle tenebre, pur senza raggiungere l’oblio… Perché in quel lungo tempo trascorso, in quegli anni che egli aveva sentito vagamente fluire accanto a sé, non aveva dimenticato per un solo attimo la minaccia che incombeva sulla sua vita, e su quella di suo figlio e dell’amico.

Il Rituale della Vita non aveva mentito. Esistevano, nel sottosuolo dell’Egitto, cose più misteriose e possenti di quanto una mente umana potesse concepire… Il Rituale della Vita esisteva, e riportava in vita le creature morte e sepolte da secoli. Inoltre, minacciava di



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