Stronger by Jeff Bauman

Stronger by Jeff Bauman

autore:Jeff Bauman [Bauman, Jeff]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858517734
Google: IaZeDwAAQBAJ
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2018-06-26T04:26:58+00:00


21

Sully e sua sorella avevano organizzato una raccolta fondi per me quella sera al Radisson di Chelmsford. Una serata danzante con lotteria e bar a pagamento nella grande sala banchetti dell’albergo. Il fatto che coincidesse col mio ritorno a casa era casuale; Sully e Brooke la stavano preparando da un mese. Nessuno, nemmeno i miei dottori, si aspettavano che tornassi a casa così presto.

Io intendevo farci un salto. Tutti mi chiamavano, e io continuavo a ripetere che sarei stato lì. Ma non avevo voglia di andarci. Avevo fatto l’impossibile per tornare a casa; fu un momento magico quando varcai la soglia ed entrai nel nostro soggiorno-cucina. (È un appartamento con tre locali.) Dopo un mese passato a cercare di andare a casa, l’ultima cosa che avevo voglia di fare era uscirne.

Ero stanco. Molto stanco. E in quello stato, o forse in qualunque stato, non avevo alcun desiderio di vedere tutti quelli che avevo conosciuto nella mia vita. C’erano quattrocento persone a quell’evento, mi disse Sully. Avrebbero servito birra Bauman Bionic. Dovevo vederla. Sull’etichetta c’era la mia faccia sul corpo di Iron Man. La gente voleva brindare alla mia salute. Voleva salutarmi. Ma più loro erano emozionati all’idea di vedermi, a casa e in buona salute, più a me passava la voglia.

«Di’ di no e basta» disse Erin quando la chiamai per chiederle un consiglio. «Non era previsto che tu ci fossi, comunque.»

Ma io non riuscivo a dire di no. E quando tergiversavo – «Sono stanco, ragazzi» – gli amici facevano finta di non capire e continuavano a chiamare.

«Ci manchi, fratello.»

«È una festa.»

«Bauman non si perde mai una festa.»

A metà serata, mio padre venne a casa mia. Non volle entrare nell’appartamento, dove sapeva di non essere il benvenuto, ma rimase davanti al portone e cercò di convincermi a fare una comparsata.

«Ti accompagno io» disse. «Sarà facile.»

Non capiva. Nulla era facile.

Alla fine, verso le undici, mi coricai nel mio letto per la prima volta da un mese e cercai inutilmente di addormentarmi.

Il mattino seguente, la mamma chiamò mio fratello Tim. Tim fa l’idraulico da anni. In ospedale aveva fatto amicizia con gli Odom, e il signor Odom, che aveva un’azienda meccanica in California, lo stava aiutando a entrare nell’associazione degli idraulici. Ci si dà una mano a vicenda, sapete.

«Devi venire qui» disse la mamma a Tim. «Jeff vuole farsi una doccia, ma non arriva al miscelatore. Gli serve un soffione da doccia staccabile.»

«Ah, mamma, te l’ho detto settimana scorsa che ne avrebbe avuto bisogno.» A tutta evidenza, Tim non si sentiva troppo bene. «Okay» borbottò vedendo che la mamma non mollava. «Vengo oggi pomeriggio.»

«No, Tim, devi venire qui subito. Tuo fratello ha bisogno di te.»

Tim si presentò mezz’ora dopo. Aveva un aspetto terribile, e saltellava su un piede solo. Non riusciva nemmeno a posare il piede destro per terra.

«Siamo andati all’Hong Kong dopo la festa» confessò. «Vinnie ci ha dato da bere gratis. “Per Bow-Man” ha detto. Tutto il locale stava brindando alla tua salute. “Bow-man! Bow-man!” Uscendo sono inciampato sulla testina di un irrigatore.



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