Sul tempo perso a perdere tempo by Jerome K. Jerome

Sul tempo perso a perdere tempo by Jerome K. Jerome

autore:Jerome K. Jerome [Jerome, Jerome K.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893710015
editore: Piano B
pubblicato: 2016-05-24T22:00:00+00:00


SULLO SVANTAGGIO DI NON OTTENERE CIÒ CHE SI DESIDERA

Caro lettore, quando molto tempo fa tu ed io eravamo giovani, quando le fate abitavano nei cuori delle rose e i raggi lunari si piegavano ogni notte sotto il peso dei piedi degli angeli, viveva un uomo buono e saggio. Anzi, dovrei dire che aveva vissuto, perché al momento di cui parlo il povero vecchio signore stava morendo. Mentre aspettava l’attimo della terribile chiamata, si mise a riflettere sulla vita che pian piano stava abbandonando. Come gli sembrò piena di follie e di sbagli, che tante lacrime amare portarono a lui e ai suoi cari, e quanto più luminosa sarebbe potuta essere la strada se fosse stato più saggio – ah, se solo lo avesse saputo prima!

«Povero me!» disse il buon vecchio, «se solo potessi tornare indietro, se solo potessi rivivere la mia vita sapendo tutto questo».

Mentre pronunciava queste parole percepì vicino a lui una Presenza, e pensando fosse quella che aspettava cercò di alzarsi un poco dal letto, dicendo a fatica: «Sono pronto».

Ma una mano lo spinse dolcemente indietro mentre una voce sussurrò: «Non ancora. Oggi ti porto la vita, non la morte. Il tuo desiderio sarà esaudito. Vivrai di nuovo la tua vita e la conoscenza del passato ti sarà da guida, usala al meglio. Io tornerò».

Poi il buon uomo perse i sensi e quando si svegliò era nuovamente un bambino fra le braccia di sua madre; nella sua mente, però, conosceva tutto della vita che aveva già vissuto. Ancora una volta visse e amò e lavorò duramente, e ben presto si ritrovò di nuovo in fin di vita, vecchio e stremato. L’angelo tornò di nuovo accanto al suo letto: «Bene, sei soddisfatto adesso?».

«Sono molto soddisfatto,» disse il vecchio. «Venga pure la morte.»

«E hai capito?» chiese l’angelo.

«Sì» fu la risposta, «ho capito l’esperienza non è altro che il ricordo della strada che abbiamo già fatto, come un esploratore si ricorda solo dei sentieri che ha percorso in una terra sconosciuta. Conoscere già tutto mi ha soltanto limitato, e ho evitato alcuni i vecchi errori solo per cadere in altri che non conoscevo. Ho compiuto gli stessi sbagli, arrivandoci da altre strade. Dove sono sfuggito alla tristezza ho perso la gioia. Dove ho afferrato la felicità ho trovato anche il dolore. Adesso lasciami andare con la Morte, così che possa davvero imparare qualcosa…».

Del resto funzionava così, con gli angeli di quel periodo: credevi che stessero facendoti un favore e invece portavano ancora più guai. Magari sto sopravvalutando la freddezza delle mie reazioni – in circostanze in effetti straordinarie – ma credo davvero che se in quei momenti una fata o un angelo fosse venuto da me per offrirmi qualcosa – il mio desiderio più grande o la somma delle mie ambizioni o qualunque sciocchezza di questo genere – gli avrei risposto abbastanza bruscamente.

«Metti subito via la borsa dei trucchetti» gli avrei detto, sarei stato scortese, ma non avrei potuto fare altrimenti, «e vattene. Non mi serve nulla di quello che puoi darmi.



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