Summer and the city by Candace Bushnell

Summer and the city by Candace Bushnell

autore:Candace Bushnell [Bushnell, Candace]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-17T12:20:54+00:00


Maledizione a te, penso, riagganciando tranquillamente la cornetta.

Estraggo la mia valigia da sotto il letto di Samantha mentre il telefono squilla di nuovo.

Stavolta non rispondo.

Ci vuole un po’ perché smetta di squillare, ma poi è il turno del citofono. «Chi è?» chiedo bruscamente.

«Sono Ryan» risponde una voce metallica.

Apro la porta. Ryan. Mi preparo a fargli un bel discorsetto su Maggie, quando appare in cima alle scale con una rosa dal gambo floscio. Per un attimo mi chiedo se l’abbia colta in mezzo alla strada.

205 «Sei arrivato tardi» lo aggredisco. «Maggie è partita ieri sera.» «Porca vacca. Me lo sentivo che avevo combinato un casino.» Vorrei urlargli di andarsene, ma non ho ancora finito con lui.

«Come hai potuto scappare mentre era in bagno?» «Ero stanco» mi risponde, come se fosse un motivo legittimo.

«Stai scherzando, spero.» Mi guarda con un’aria da cane bastonato e dice: «Non sapevo come lasciarla ed ero esausto. Non sono Superman. Ci provo, ma per una volta devo essere incappato nella kryptonite».

Malgrado tutto, non posso fare a meno di sorridere. Ryan è il classico tipo che riesce sempre a cavarsela con una battuta. Conosco la sua strategia, so che non è sincero, ma non riesco a tenergli il broncio. Dopotutto, non ha scaricato me.

«Maggie ci è rimasta molto male» lo rimprovero.

«Lo immaginavo. Ecco perché sono qui. Per farmi perdonare.» «Con quella rosa?» «È piuttosto triste, vero?» «È patetico. Specialmente unito al fatto che Maggie ha sfogato tutta la sua rabbia su di me.» «Ah, sì? E perché? Non è stata colpa tua» osserva lui, sorpreso.

«Infatti. Eppure, non so come, ci sono finita di mezzo io. Abbiamo litigato.» «Vi siete prese per i capelli?» 206 «No» esclamo indignata. «Merda, Ryan.» «Scusa» mi dice sorridendo. «È che gli uomini vanno matti per i litigi fra ragazze. Che ci posso fare?» «Perché non ammetti di essere uno stronzo, così la facciamo finita?» «Perché sarebbe troppo facile. Capote è uno stronzo. Io sono solo un cretino.» «Hai un’alta opinione del tuo migliore amico.» «Non vedo perché dovrei mentire solo perché siamo amici.» «Non hai tutti i torti» ammetto, seppure con una certa riluttanza. Chissà perché noi donne siamo sempre pronte a puntarci il dito contro.

Perché non possiamo dire anche noi: Certo, è un po’ confusa, ma le voglio bene lo stesso? «Ero venuto per chiedere a Maggie di accompagnarmi all’inaugurazione di una mostra, stasera.

Espone il padre di Rainbow. Dopo si cena, sarà favoloso.» «Vengo io» mi offro, chiedendomi perché mai nessuno mi inviti a queste feste.

«Tu?» «Perché no? Non sono all’altezza, forse?» «No, figurati» risponde lui, facendo marcia indietro. «È solo che Maggie mi ha raccontato della tua ossessione per Bernard Singer.» «Posso anche non vederlo tutte le sere» rispondo. Non sono ancora pronta ad ammettere che forse tra di noi è finita.

«Okay, allora. Ci vediamo alla galleria alle otto.» Evviva!, penso appena se n’è andato. Erano settimane che sentivo parlare di quella inaugurazione, 207 domandandomi se Rainbow mi avrebbe invitato e come sgattaiolare dentro se non l’avesse fatto. Continuavo a dirmi



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