Taylor Laini - La Chimera di Praga 03 - 2013 - Notte di marionette e torte by Taylor Laini

autore:Taylor Laini [Taylor Laini]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, General, Fantasy, Paranormal
ISBN: 9788893250733
Google: ET-eDAAAQBAJ
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2016-07-02T22:00:00+00:00

9

Il buco al posto del cuore

La porta si apre, lasciando fluire nel cortile il frastuono delle voci e della musica, poi si chiude risucchiando all’interno i rumori, come l’uccellino dell’orologio a cucù. Scricchiolio di passi sulla neve. Non vedo, e sono sicura di non essere vista. Me ne sto accovacciata dietro una lapide, fuori dal cono di luce della finestra e, mentre i passi si allontanano nella notte, faccio due considerazioni:

1) Nascondersi dietro una lapide è decisamente un comportamento da stalker.

2) Mik si sta dirigendo verso il punto numero tre, ovvero il luogo finale dove dovrei infine manifestarmi e dare il via all’interazione vera e propria.

Devo proprio? Dice una vocina nella mia testa. I burattini non potrebbero agire per conto mio? I burattini ambasciatori? Sì, perché una stalker è davvero qualcosa di sinistro, una che parla attraverso angeli e demoni, una ventriloqua. Immagino Mik che mi presenta ai suoi: «Lei è Zuzana, la mia ragazza, e loro sono i suoi... rappresentanti».

No, no, no. Puoi farcela.

Posso farcela. Mi tiro su da dietro la lapide. Sono la stessa persona che ha terrorizzato il saccheggiatore del cuore della mia migliore amica. Sono la fata idrofoba. Perché mai rivolgere la parola a un ragazzo che mi piace dovrebbe essere più difficile che interagire con uno che disprezzo? So bene che è tutta questione di chimica cerebrale – il cervello è pura chimica – ma eccitazione e paura sembrano farsi la guerra nel mio cuore. L’eccitazione strangola la paura e, delicatamente, quasi con amore, la depone a terra.

Vai. Adesso. Lascia la paura a terra e corri, prima che si rialzi e veda dove sei andata. Respira, cammina, respira. Guarda, ecco le impronte di Mik, seguile.

Respira.

Cammina.

Okay. Ci sono, sto andando. Calco le orme di Mik e sento la connessione con lui. Sono proprio folle. Il punto tre non è distante, e il tragitto lo conosco bene per averlo fatto insieme a Karou centinaia di volte. Respira. Cammina. Mik sarà già lì.

Un momento: so cosa gli dirò?

Accidenti.

La paura mi rincorre, guadagna terreno e dà un calcio all’eccitazione appena prima di girare l’angolo, bloccandomi. La forza centrifuga dell’ansia mi schiaccia contro il muro.

Cosa gli dico?

Prendo il cellulare e mando un messaggio a Karou: Richiedo assistenza con la massima urgenza. Servono parole. Solo una battuta. Qualcosa di semplice che lo faccia innamorare all’istante. Dimmi.

Aspetto con il cellulare in mano. Nevica più fitto, e il vapore del mio respiro è una nuvoletta più densa. Il gelo del muro filtra attraverso il cappotto e mi congela la schiena. Dall’Africa non arriva nessuna risposta.

Bene. Rimetto il telefono in tasca. So cosa devo fare. Epitteto disse: «Di’ a te stesso cosa vorresti essere e poi fai quello che devi fare». Caro, vecchio Epitteto. Vorrei essere una ragazza sicura di sé, e per farlo dovrei innanzitutto scollarmi dal muro. Secondo una mia teoria, solo il 27 per cento della fiducia percepita è vera, il resto è “fare finta che”. Ma il punto è che la differenza non si vede perché in realtà non c’è.

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